Doppio crac, in tre patteggiano per bancarotta

Doppio crac, in tre patteggiano per bancarotta
PROCESSOPORDENONE Due società lombarde accomunate dallo stesso amministratore e con sede legale a Pordenone. Travolte dalla crisi, nel 2016 sono stare dichiarate fallite a pochi...

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PROCESSO
PORDENONE Due società lombarde accomunate dallo stesso amministratore e con sede legale a Pordenone. Travolte dalla crisi, nel 2016 sono stare dichiarate fallite a pochi mesi di distanza. Di bancarotta era imputati il pordenonese Enzo Polesel, 65 anni, in qualità di amministratore unico della K314 Srl di Monza fino al giugno 2015 (e presidente del Consiglio d'amministrazione della controllante Ircner Capital) e presidente del Consiglio di amministrazione della Deltav Srl di Melegnano tra il 2014 e il 2015. Stessa contestazione per Cristina Molina, 59 anni, di Milano, socia unica della Ircner Capital e per Michele Angelo Panaro, 81, di Castelletto d'Erro (Alessandria), che era stato il liquidatore della Deltav.

I due fascicoli processuali sono stati riuniti dal pm Federico Baldo e nell'udienza preliminare del gup Giorgio Cozzarini le difese si sono accordate per i patteggiamenti. A Polesel è stata applicata la pena di 1 anno e 6 mesi (sospesa). Per quanto riguarda la Deltav, la Procura contestava versamenti a favore di Ircner Capital per un ammontare di 118mila euro senza alcuna giustificazione e a scapito del proprio patrimonio. Ulteriori bonifici erano contestati a favore di altre società. Anche per quanto riguarda K314 erano ipotizzate distrazioni relative a pagamenti preferenziali (95mila euro nel 2013 e 71mila nel 2014). Altre distrazioni - imputate anche alla coimputata Molina - riguardavano somme di denaro a favore della K314 serba (205mila euro nel 2012, 120mila nel 2013 e 83mila nel 2014. A favore della Ircner erano stati poi trasferiti 360mila euro nel 2013 e 368mila l'anno successivo.

Anche Cristina Molina ha patteggiato: 1 anno e 8 mesi per la sospensione condizionale della pena. Panaro, infine, ha patteggiato 4 mesi in continuazione con i fatti giudicati dal Gip del Tribunale di Milano nel 2017. Doveva rispondere per non aver impedito i prelievi dalle casse della Deltav Srl e per non aver consegnato i libri contabili della società fallita.
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Il Gazzettino