Dopo la bufera di inizio settimana, quando Matteo Renzi non ha nascosto rabbia e

Dopo la bufera di inizio settimana, quando Matteo Renzi non ha nascosto rabbia e
Dopo la bufera di inizio settimana, quando Matteo Renzi non ha nascosto rabbia e delusione per le mosse di Antonio Campo Dall'Orto, sembra tornare il sereno tra l'amministratore...

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Dopo la bufera di inizio settimana, quando Matteo Renzi non ha nascosto rabbia e delusione per le mosse di Antonio Campo Dall'Orto, sembra tornare il sereno tra l'amministratore delegato della Rai e il premier che l'ha nominato. «In queste ore il clima tra i due è decisamente migliore», dice un esponente del Giglio Magico, «Matteo ha parlato con Antonio, gli ha spiegato le ragioni della sua irritazione. E se non si può dire che sia stata siglata la pace, in quanto non era mai scoppiata la guerra, sicuramente la situazione è molto meno tesa».

La conversazione tra il premier e l'ad non dev'essere stata breve. Renzi non aveva gradito diverse mosse di Campo Dall'Orto: l'assunzione di numerosi esterni e il ritorno nei palinsesti della tv pubblica di “nemici” come Michele Santoro e Gad Lerner, l'elargizione degli stipendi d'oro ben oltre la quota di 240 mila euro fissata dal governo per i manager pubblici, la pubblicazione delle retribuzioni proprio mentre gli italiani sono chiamati a pagare il canone in bolletta. Sortita che ha messo il governo in serio imbarazzo.
Di più. Renzi non mandava giù soprattutto il ritardo con il quale l'ad di Viale Mazzini sta dando vita alla «nuova Rai»: nessuna rifondazione del servizio pubblico, nessun piano editoriale per battezzare «il nuovo modo di fare informazione» sollecitato dal premier. Nessun cambio ai vertici dei tg.
Ebbene, il chiarimento di mercoledì è servito. Come racconta Michele Anzaldi, componente del Pd in Vigilanza, ieri Campo Dall'Orto durante l'audizione «sembrava un altro». «Rispetto al giorno prima, quando aveva affrontato la Vigilanza a muso duro, l'ad Rai si è trasformato in un agnellino comprensivo e accomodante». Tant'è, che Campo Dall'Orto si è impegnato in un «nuovo piano, in tempi brevi, di autoregolamentazione dei compensi». Ha annunciato che a breve sarà pronto il «nuovo piano di informazione». Ha fatto capire che medita di sfoltire lo staff del direttore editoriale che tanto aveva sconcertato il premier: «La presenza in Rai di Francesco Merlo deriva proprio dalla figura del direttore editoriale per l'offerta informativa Carlo Verdelli che l'ha voluto al suo fianco per preparare il piano editoriale. Ma tutto quello che ci viene portato come riflessione da parte vostra non rimane lettera morta».
Non solo. La settimana prossima, per l'esattezza mercoledì, Campo Dall'Orto potrebbe procedere alle attese nomine nei tg in occasione dell'ultima riunione del Cda prima della pausa estiva. «L'ad ha questa tentazione, anche per mettere la sordina alle polemiche sugli stipendi d'oro», dice una fonte del governo che segue il dossier. «L'ipotesi è in campo, ci si sta riflettendo», conferma chi cura i contatti tra Renzi e il vertice di Viale Mazzini.

Lo schema del carosello di nomine è abbastanza definito. Al Tg3 Bianca Berlinguer dovrebbe essere sostituita da un figura interna pescata in una rosa che vede in pole position Maurizio Mannoni, Antonio Di Bella e, un po' staccata, Giovanna Botteri. Al Tg2 potrebbe andare Gaia Tortora proveniente da La7 o la direttrice di Sky tg24 Sarah Varetto. Nome buono quest'ultimo anche per il Tg1, se Campo Dall'Orto fosse costretto a sostituire Mario Orfeo, direttore considerato «equilibrato». La partita, com'è tradizione, si annuncia infatti tutt'altro che facile.
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Il Gazzettino