Donald smonta l'Obamacare ma s'inchina alla Cia

Donald smonta l'Obamacare ma s'inchina alla Cia
NEW YORK - La seconda giornata da presidente ha portato a Donald Trump una buona notizia: il genero Jared Kushner può entrare alla Casa Bianca come suo consigliere speciale. Il...

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NEW YORK - La seconda giornata da presidente ha portato a Donald Trump una buona notizia: il genero Jared Kushner può entrare alla Casa Bianca come suo consigliere speciale. Il Dipartimento della Giustizia ha decretato che l'assunzione del parente non viola le leggi antinepotismo in vigore dagli anni Sessanta. Per Trump questo è uno sviluppo importante considerato che Kushner, un 36enne laureato in economia ad Harvard, marito di Ivanka, è stato cruciale per il successo della campagna elettorale. Molti lo hanno anzi definito «la mente dietro il trono».

Nel secondo giorno da presidente, Trump ha ricevuto un'altra buona notizia: la conferma della visita in settimana del premier britannico Theresa May. La signora arriverà giovedì, invece che a febbraio, e pare sia stato Steve Bannon, il consigliere di Trump per la strategia, a chiedere di anticipare l'appuntamento. Bannon vuole che il suo boss appaia impegnatissimo sin dall'inizio, anche per rintuzzare l'effetto mediatico che le gigantesche marce di protesta di ieri hanno avuto in tutto il mondo.

Il suo primo atto di governo è stata la firma a un decreto che comincia a smantellare l'Obamacare. In quanto presidente, Trump non può cancellare una legge del Congresso, ma può dare direttive che ne modifichino certi aspetti, e lui ha scelto di concedere agli Stati il diritto di ignorare certi capitoli della legge fiscalmente pesanti. Secondo gli esperti il decreto di Trump ha la potenzialità di «gettare nel caos» il sistema sanitario. Ma non si esclude che Trump lo desideri, sarebbe un modo per spingere i legislatori a rimboccarsi le maniche per cambiare la legge. Ma nella giornata di Trump c'è stata anche una fermata alla Cia, primo contatto del neopresidente con la comunità dell'intelligence. I suoi rapporti con questo mondo sono stati estremamente tesi, per il suo lungo rifiuto di riconoscere le analisi del controspionaggio che hanno confermato l'interferenza russa nelle elezioni. Nei giorni immediatamente precedenti all'insediamento, Trump aveva avuto uno scontro diretto con il capo della Cia John Brennan. La visita di ieri segnala una maggior cautela da parte del neopresidente: l'intelligence è tanto vitale per il successo di una presidenza, da meritare un ramoscello d'ulivo. (A.G.)
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Il Gazzettino