Don Ciotti auspica una «nuova Resistenza»

Don Ciotti auspica una «nuova Resistenza»
PIAN CANSIGLIO - Un appello alla Resistenza, «oggi più che mai»....

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PIAN CANSIGLIO - Un appello alla Resistenza, «oggi più che mai». Una tirata contro la cattiva politica. Un invito alla responsabilità. Con due punti fissi: «Il Vangelo e la Costituzione». L'orazione civile di don Luigi Ciotti, davanti al monumento ai caduti, intreccia temi sociali, memoria storica e contrasto alla criminalità. Nel segno della libertà. «La libertà è una conquista che va cercata tutti i giorni, anche nel nostro Paese - ha esordito don Ciotti -. Perché chi è senza lavoro, non è libero; chi vive sotto il ricatto delle mafie, non è libero. Quanto si è scritto in questi boschi, con il sangue versato, indica le vie luminose del progresso della libertà e della pace». «Ma la libertà va liberata - ha aggiunto il fondatore di "Libera" -. Ieri come oggi. Ecco perché non basta commuoversi di fronte al sacrificio dei partigiani, ma bisogna muoversi: le idee dei caduti devono continuare a correre sulle nostre gambe. Servono cittadini responsabili, anche se troppo spesso, in Italia, ci sono cittadini a intermittenza». Da qui l'appello alla Resistenza. «A differenza di 70 anni fa, oggi serve una Resistenza contro le mafie, tornate più forti e girano indisturbate nelle nostre città, in guanti bianchi. In Italia c'è un grande bisogno di Resistenza. Di una nuova forma di Resistenza, etica e culturale. Due devono essere i punti cardine di riferimento: il Vangelo e la Costituzione. La Costituzione è il primo documento di contrasto alla mafia e alla criminalità organizzata. Deve solo essere rispettata e fatta rispettare». Durissima la reprimenda nei confronti di certa politica: «È la forma più alta di carità. Ma se è lontana dalla gente, da chi lavora, allora non è vera politica. Dobbiamo essere tutti cittadini responsabili: non basta commuoversi, bisogna muoversi. Se da decenni continuiamo a parlare di mafie, allora qualcosa non funziona. In Italia, corruzione e mafia sono due facce della stessa medaglia. Serve un risveglio culturale delle coscienze».
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Il Gazzettino