Si svolgerà mercoledì prossimo il processo dopo la convalida d'arresto di Romina Kriz e Valentino Radosavljevic, i due nomadi autori del furto al negozio Oviesse del centro...
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Ma il sindaco Francesco Lunghi non ha dubbi: i nomadi non possono occupare il suolo pubblico. «Visti i precedenti, credo che la condanna sia certa. - commenta - Se saranno condannati ai domiciliari, da scontare in camper spero che il giudice fissi il domicilio altrove. Glielo chiederò con una lettera col mio avvocato. Se ciò non accadesse mi vedrei costretto a organizzare una sorveglianza continua davanti al loro camper, magari con la collaborazione di volontari».
Le fa eco il compagno: «A fine anni '90 le nostre famiglie hanno acquistato un terreno agricolo in via Moralediemo, pagato milioni. Ci abbiamo vissuto per tre o quattro anni, poi, tornati da un viaggio in Croazia, abbiamo scoperto che ci era stato sequestrato. Da allora non ci è mai più stato restituito, né ci è mai stata fornita una spiegazione. Perché dovremmo andarcene? Se ci dessero ciò che è nostro non occuperemmo nemmeno il suolo pubblico». Ma come vivono queste famiglie di nomadi? Dove trovano i soldi per mangiare? «Con l'elemosina. - risponde Romina Kriz - Ma non sempre ci basta. Per la mia bambina, ad esempio, ero riuscita a comprare qualche vestitino e, sì è vero, avevo rubato qualcos'altro. Ma ora i carabinieri hanno portato via tutto, senza distinzioni. Non so come faremo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino