Dodici campanili con le antenne

Dodici campanili con le antenne
LA PROTESTAVENEZIA Una protesta più ideologica che logica. Battezza così, don Andrea Longhini, parroco di San Trovaso, la querelle sull'antenna montata sul campanile. Il...

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LA PROTESTA
VENEZIA Una protesta più ideologica che logica. Battezza così, don Andrea Longhini, parroco di San Trovaso, la querelle sull'antenna montata sul campanile. Il sacerdote si dice rammaricato dall'assenza di dialogo con parte della comunità, entrando nel dettaglio del suo punto di vista: «Dal 2006 esiste un accordo quadro fatto dall'allora sindaco Massimo Cacciari con la Diocesi per cui era stata chiesta la disponibilità di usufruire di alcuni campanili per posizionare le antenne più in alto possibile, allontanandole sia degli occhi che dalle teste dei cittadini».

Il parroco, che è anche economo della Diocesi, fa sapere come non siano più di una dozzina i campanili oggi attrezzati con impianti di telefonia, né risultano altre richieste in atto: «Forse ci possono essere alcune verifiche in corso, ma non mi risulta ci siano state richieste negli ultimi mesi. Non a caso questa richiesta è di circa due anni fa».
Il parroco spiega che, prima di proseguire con una decisione già presa in passato, si sia informato: «Non è vero che ho preso io la decisione. Già nel 2016 l'accordo era stato raggiunto, poi per i necessari tempi tecnici, tra permessi della Soprintendenza e burocrazia sono passati due anni prima di arrivare al montaggio. Mi rammarico, e qui forse ho sbagliato, di non aver avvisato i parrocchiani, ma l'ho dato per scontato trattandosi di una cosa vecchia».
«LIMITI RISPETTATI»
Don Andrea ci tiene a precisare di aver eseguito alcuni controlli: «L'Arpav ha verificato per me i valori e poi in Italia il limite è più stringente rispetto ad altri Paesi europei, proprio perché si è adottato un principio di prudenza. Dalle verifiche è emerso che i valori sono entro i limiti, ma mi riservo, in futuro, quando l'impianto sarà attivato, di effettuare controlli con una società privata e, nel caso non rispettassero la norma e fossero dannosi, sarò il primo a mettermi dalla parte dei parrocchiani».
Il sacerdote spiega anche il funzionamento dell'antenna: «Quello che forse fa veramente male è il telefono cellulare o il wifi, ma le antenne non hanno un segnale verticale, bensì orizzontale, in modo che possano comunicare tra loro, quindi, in realtà, più ce ne sono, meno potente sarà il segnale emesso. Ho fiducia nel lavoro dell'Arpav».
LAVORI DI MANUTENZIONE
Per far mettere l'antenna sul campanile, la Chiesa riceverà una cifra, che però il sacerdote ha preferito non rivelare, affermando che si tratti di ben poca cosa: «Una parte andrà alla Curia, in un fondo dedicato alle ristrutturazioni dei beni della Chiesa, mentre un'altra parte resterà alla parrocchia per i costi di gestione, dato che negli ultimi anni le risorse sono diventate sempre minori e di persone a Messa se ne vedono sempre meno».

Il parroco ha precisato che l'azienda che ha posizionato l'antenna si sia fatta carico dei lavori di ordinaria e straordinaria amministrazione a vantaggio della comunità: «Hanno regole stringenti, quindi hanno messo in sicurezza scale e colonnine del campanile. Anche se siamo ben lontani dal restauro necessario dell'intero campanile, che secondo l'ultimo preventivo effettuato avrebbe bisogno di 700mila euro».
Tomaso Borzomì
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino