VENEZIA Passi la chiusura delle scuole, ma il divieto temporaneo di caccia decretato dal governatore Luca Zaia ha mandato su tutte le furie l'alleato Sergio Berlato (nella foto)....
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Sarà curioso, una volta finita l'emergenza maltempo, vedere come evolveranno i rapporti tra Lega (e in primis il governatore Zaia) e Fratelli d'Italia, se è vero, come raccontano, che i toni usati da Berlato sarebbero stati più irriverenti e offensivi nella forma che duri nella sostanza. Berlato, in ogni caso, ieri ha ritenuto di esplicare la propria posizione: «Il decreto di sospensione temporanea della caccia e della pesca, emanato dal presidente della giunta regionale del Veneto domenica 28 ottobre, con validità fino al 4 novembre, rappresenta, oltre che un atto arbitrario e non giustificato, un precedente molto pericoloso». Secondo Berlato, non c'era alcun bisogno di un'ordinanza per sospendere caccia e pesca: «Esiste già una legge statale, la 157/92, recepita dalla legge regionale 50/93, prima che Zaia cadesse dal pero, che dispone il divieto di cacciare negli stagni, nelle paludi e negli specchi d'acqua artificiali in tutto o nella maggior parte coperti da ghiaccio e su terreni allagati da piene di fiume. Che senso ha quindi il decreto di Zaia?». Segue monito: «Se Luca Zaia e la Lega non vogliono compromettere i rapporti con il gruppo di Fratelli d'Italia in consiglio regionale del Veneto, si adoperino prontamente a revocare questo assurdo e immotivato decreto di sospensione preventiva della caccia e della pesca, basato sulle previsioni del tempo e non sulle reali condizioni di pericolo». Il decreto non è stato revocato e nessuno si è preso la briga di rispondere a Berlato.
Alda Vanzan
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Il Gazzettino