Dimissioni attese dopo il 13 gennaio Poi 15 giorni di fuoco tra riforme e corsa al Colle

Dimissioni attese dopo il 13 gennaio Poi 15 giorni di fuoco tra riforme e corsa al Colle
ROMA - La partita per la successione del presidente Giorgio Napolitano entrerà nel vivo, presumibilmente, già con il messaggio di auguri di fine anno del Capo dello Stato. Ma...

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ROMA - La partita per la successione del presidente Giorgio Napolitano entrerà nel vivo, presumibilmente, già con il messaggio di auguri di fine anno del Capo dello Stato. Ma sarà dopo la conclusione del semestre di Presidenza Ue dell'Italia, il 13 gennaio prossimo, che inizierà il periodo in cui si materializzeranno le dimissioni di Napolitano. Dimissioni che sono atto personalissimo del Presidente della Repubblica, che deciderà dunque in piena autonomia. Poi, una volta comunicata la decisione di Napolitano, la Presidente della Camera Boldrini avrà, tassativamente, 15 giorni per indire l'elezione del successore.

Fino alla convocazione della seduta comune, il Parlamento non è certo obbligato a fermarsi e non è escluso che, proprio in questo lasso di tempo, sia chiamato a dare il secondo sì a legge elettorale e riforme.
È l'art. 86 della Costituzione a disciplinare le dimissioni dell'inquilino del Colle. «In caso di impedimento permanente o di morte o di dimissioni del Presidente della Repubblica, il Presidente della Camera dei deputati indice la elezione del nuovo Presidente della Repubblica entro quindici giorni, salvo il maggior termine previsto se le Camere sono sciolte o manca meno di tre mesi alla loro cessazione», si legge nell'art. 86, che va a toccare un'ipotesi non certo inedita nella storia italiana. Basti pensare alle dimissioni di Francesco Cossiga, nel 1992, a due mesi dalla scadenza naturale del suo mandato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino