Diciotto le vittime dall'inizio dell'anno

Diciotto le vittime dall'inizio dell'anno
ROMA - Le tre missionarie vanno ad ingrossare un lungo elenco di vittime. Spesso si tratta di eroi o eroine destinati a restare sconosciuti, testimoni della fede uccisi per aver...

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ROMA - Le tre missionarie vanno ad ingrossare un lungo elenco di vittime. Spesso si tratta di eroi o eroine destinati a restare sconosciuti, testimoni della fede uccisi per aver difeso il Vangelo, altre volte apostoli di umanità colpiti dalla violenza selvaggia in aree ad alto rischio, in zone del mondo dove la miseria alimenta il rischio dello scontro sociale, dell'odio, dell'esasperazione.

Secondo l'Agenzia vaticana Fides, dall'inizio di quest'anno sono stati uccisi 18 operatori pastorali. Nel triste computo sono già state incluse le tre suore saveriane. Nel 2013, invece, furono 22 gli operatori pastorali uccisi, per lo più sacerdoti. Un numero raddoppiato rispetto a quello dell'anno precedente, il 2012. Da poco il Vaticano ha aperto il processo di beatificazione di sei missionarie italiane, appartenenti alle Suore delle Poverelle di Bergamo, che morirono tutte in Congo nel 1995 dopo la prima grande epidemia del virus Ebola. Si infettarono per portare cure e conforto alla popolazione, e nonostante i rischi non vollero partire e lasciare la gente priva della assistenza sanitaria. Furono definite martiri della carità.
Molte le vicende di sconosciuto eroismo che stanno conducendo all'onore degli altari diversi missionari. Tra questi Luisa Mistrali Guidotti, medico, uccisa nel 1979 nell'allora Rhodesia (oggi Zimbabwe) mentre accompagnava in ospedale una partoriente a rischio. La maggior parte delle vittime, spiegano in Vaticano, viene uccisa per ragioni legate alla piccola criminalità, spesso tentativi di furto andati male, aggressioni feroci, segno del clima di degrado morale e di povertà economica in cui è maturato l'omicidio. A questo elenco provvisorio si aggiungono le suore saveriane.

Sono circa 10mila i missionari italiani nel mondo. Religiosi, suore ma anche laici in tutti gli angoli della terra. Sono in Africa, Asia America Latina, Oceania, ma anche nella vicina Europa, divenuta anch'essa, soprattutto a causa della crisi economica, "terra di missione". L'età media di chi sceglie di donare la propria vita a un popolo lontano da casa si è alzata con il tempo: oggi è di 63 anni. A tracciare una radiografia del mondo delle missioni italiane è la rivista "Popoli e missione", nata con le Pontificie Opere Missionarie e oggi espressione di Missio, fondazione della Cei. Pochi i giovani, con un trend in costante calo dai primi anni '90, quando si toccò il record di 20mila presenze di missionari italiani all'estero. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino