Detenuto si cuce la bocca, ma l'ago e filo sono reali

Detenuto si cuce la bocca, ma l'ago e filo sono reali
IL CASOBELLUNO C'è il detenuto che dice di aver ingoiato una lametta da barba, quello invece che dà fuoco alla cella, ma c'è stato anche chi è arrivato a cucirsi la bocca....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
IL CASO
BELLUNO C'è il detenuto che dice di aver ingoiato una lametta da barba, quello invece che dà fuoco alla cella, ma c'è stato anche chi è arrivato a cucirsi la bocca. Letteralmente. Con ago e filo. È accaduto nel dicembre del 2017 in una cella del carcere di Baldenich. Protagonista uno straniero, un cittadino tunisino, che ora si trova a processo per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Sì perché anche quando intervenne l'agente di polizia penitenziaria, in infermeria dove erano in corso le cure, il detenuto non si è dato per vinto e si è scagliato anche contro di lui, colpendolo con una testata.

LA PROTESTA
Ieri mattina il caso è approdato di fronte al gup Enrica Marson che doveva decidere sul rinvio a giudizio dell'imputato tunisino, accusato di lesioni e resistenza. Da quanto si è appreso il detenuto era in isolamento, dove stava scontando una sanzione disciplinare per una questione pregressa. Doveva starci per 15 giorni: era stato infatti smascherato dalle immagini delle videocamere come il responsabile dell'aggressione a un altro detenuto. Ma nonostante la videosorveglianza, che non lasciava dubbi, tanto che il direttore comminò la sanzione, il tunisino continuava a dichiararsi innocente. Così, per protestare contro quel regime di isolamento a suo dire ingiusto, avrebbe messo in atto questo piano. Ha preso ago e filo e ha iniziato a cucirsi la bocca. Era arrivato a metà bocca quando è intervenuto l'agente di polizia penitenziaria che lo ha portato in infermeria. Quando stavano per somministrargli un farmaco, lui rifiutandosi, avrebbe dato la testata all'agente, causandogli delle lesioni.
IL PROCESSO

Il tunisino ieri mattina è finito di fronte al giudice. Il detenuto non c'era, ma era rappresentato dall'avvocato Mazzucco, che ha chiesto il proscioglimento puntando sul fatto che sarebbe stato un atto arbitrario della pubblica amministrazione somministrare al detenuto quei farmaci che lui non voleva. Il gup alla fine ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del pm Simone Marcon. Il processo comincerà il 4 luglio. L'agente aggredito non si è costituito parte civile.
Olivia Bonetti
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino