IL CASOBELLUNO C'è il detenuto che dice di aver ingoiato una lametta da barba, quello invece che dà fuoco alla cella, ma c'è stato anche chi è arrivato a cucirsi la bocca....
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BELLUNO C'è il detenuto che dice di aver ingoiato una lametta da barba, quello invece che dà fuoco alla cella, ma c'è stato anche chi è arrivato a cucirsi la bocca. Letteralmente. Con ago e filo. È accaduto nel dicembre del 2017 in una cella del carcere di Baldenich. Protagonista uno straniero, un cittadino tunisino, che ora si trova a processo per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Sì perché anche quando intervenne l'agente di polizia penitenziaria, in infermeria dove erano in corso le cure, il detenuto non si è dato per vinto e si è scagliato anche contro di lui, colpendolo con una testata.
LA PROTESTA
Ieri mattina il caso è approdato di fronte al gup Enrica Marson che doveva decidere sul rinvio a giudizio dell'imputato tunisino, accusato di lesioni e resistenza. Da quanto si è appreso il detenuto era in isolamento, dove stava scontando una sanzione disciplinare per una questione pregressa. Doveva starci per 15 giorni: era stato infatti smascherato dalle immagini delle videocamere come il responsabile dell'aggressione a un altro detenuto. Ma nonostante la videosorveglianza, che non lasciava dubbi, tanto che il direttore comminò la sanzione, il tunisino continuava a dichiararsi innocente. Così, per protestare contro quel regime di isolamento a suo dire ingiusto, avrebbe messo in atto questo piano. Ha preso ago e filo e ha iniziato a cucirsi la bocca. Era arrivato a metà bocca quando è intervenuto l'agente di polizia penitenziaria che lo ha portato in infermeria. Quando stavano per somministrargli un farmaco, lui rifiutandosi, avrebbe dato la testata all'agente, causandogli delle lesioni.
IL PROCESSO
Il tunisino ieri mattina è finito di fronte al giudice. Il detenuto non c'era, ma era rappresentato dall'avvocato Mazzucco, che ha chiesto il proscioglimento puntando sul fatto che sarebbe stato un atto arbitrario della pubblica amministrazione somministrare al detenuto quei farmaci che lui non voleva. Il gup alla fine ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del pm Simone Marcon. Il processo comincerà il 4 luglio. L'agente aggredito non si è costituito parte civile.
Olivia Bonetti
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Il Gazzettino