Demenze, 7 mila casi Famiglie lasciate sole

Demenze, 7 mila casi Famiglie lasciate sole
Il numero è impressionante: quasi 7 mila persone in provincia di Pordenone sono affette da demenza. Ma c'è un altro aspetto forse ancora più grave: una buona parte delle...

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Il numero è impressionante: quasi 7 mila persone in provincia di Pordenone sono affette da demenza. Ma c'è un altro aspetto forse ancora più grave: una buona parte delle famiglie spesso rimangono da sole ad affrontare situazioni difficili. I servizi assistenziali, sanitari e sociali non sono in grado di far fronte alle richieste.

Sul territorio ci sono oltre 4 mila persone che hanno già una diagnosi accertata, mentre altre 3 mila (questa almeno è la stima), sarebbero quelle "potenziali" che pur senza un accertamento hanno però sintomi. Un problema non da poco anche perchè il Friuli Occidentale, pur essendo in regione la provincia più giovane, ha una delle percentuali più alte sul fronte di questa malattia.
Da aggiungere che la stragrande maggioranza dei malati sono anziani (la prevalenza di demenze negli ultraottantacinquenni è stimata intorno al 40%), ma non mancano casi di demenza giovanile e - anche se ancora non ci sono numeri certi - sembra che anche questa patologia sia in crescita. Per questo l'Ass 6 e nel particolare il Distretto sanitario urbano hanno messo in campo un poll e una serie di strutture per cercare di accelerare le diagnosi.
A Pordenone è attivo un ambulatorio per la diagnosi precoce e cura delle demenze all'interno del reparto di Neurologia dell'ospedale e al poliambulatorio di Cordenons del Distretto Urbano. «Una condizione precoce di rischio da valutare - spiega il direttore del Distretto, Mauro Marin - è il deterioramento cognitivo lieve, caratterizzato da un disturbo cronico di memoria associato a integrità delle altre funzioni cognitive. Ovviamente non tutte le dimenticanze temporanee sono sintomo di demenza. Una perdita di memoria può essere dovuta anche a depressione, stress, abuso di farmaci, rimozione inconscia di eventi sgradevoli o semplicemente mancanza di attenzione».
Uno dei problemi reali e pressanti è che molto spesso la famiglia non è in grado di tenere a casa un malato di demenza (ci sono varie patologie e diversi livelli) e quindi l'assistenza domiciliare spesso diventa complicata e per il nucleo familiare si aprono le porte dell'inferno. Da aggiungere che spesso, oltre ai tempi lunghi per una diagnosi che consente di accedere a farmaci specifici e ai contributi economici per l'assistenza, non si trova poi posto nelle strutture. Insomma, un calvario per il malato e per l'intera famiglia.
«In effetti - spiega ancora Marin - l'assistenza a domicilio della persona demente grava pesantemente sulle famiglie in cui il numero di assistenti disponibili si riduce sempre più. Quando la famiglia non è più in grado di dare l'assistenza necessaria, ricorre all'assunzione di una badante o all'inserimento in residenza protetta del familiare, divenuto non autosufficiente o con disturbi comportamentali difficili da gestire».

Oltre ai costi c'è però da fare i conti con i posti e le liste d'attesa sono ancora lunghe.
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Il Gazzettino