«Dell'Ulivo recuperare la forza aggregante»

«Dell'Ulivo recuperare la forza aggregante»
Il dado è tratto. La scissione del Pd è ormai cosa fatta. All'assemblea di domenica si è consumata una rottura nel momento in cui Renzi non ha voluto replicare alle questioni...

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Il dado è tratto. La scissione del Pd è ormai cosa fatta. All'assemblea di domenica si è consumata una rottura nel momento in cui Renzi non ha voluto replicare alle questioni cruciali che gli avevamo sottoposto. Non ci sono più le condizioni politiche per restare nel congresso, ha detto l'ex capogruppo a Montecitorio, Roberto Speranza, ieri a Mestre per un dibattito con il promotore del nuovo soggetto Campo progressista, l'ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.

La spaccatura c'è già stata tra i nostri elettori quando si è scelto di fare il jobs act, la riforma della scuola, il referendum sulle trivelle con il ciaone e alcuni passaggi sul fisco ha proseguito il deputato bersaniano O si fa un congresso che non sia un plebiscito per rilegittimare il capo che ha perso sulla riforma costituzionale o non vale la pena. Non è un problema di date, ma politico, un problema enorme che per risposta riceve solo arroganza e un atteggiamento di autosufficienza. Toni poco concilianti, di fronte a una platea di 400 persone, tra cui il senatore Felice Casson, i deputati Michele Mognato, Delia Murer e Davide Zoggia, il consigliere regionale Piero Ruzzante e Laura Fincato. Una scissione è sempre una sconfitta, ma il Pd ha commesso l'errore capitale di far coincidere il segretario del partito con il presidente del Consiglio ha sottolineato Pisapia Nel Paese ci sono milioni di persone di sinistra che non hanno più una casa comune e allora costruiamo almeno un condominio dove non si litighi. Un nuovo Ulivo? Il nome ricorda il passato, ma dobbiamo recuperare quella forza aggregatrice.
Nel dibattito organizzato dall'associazione Sinistra Lab metropolitana, Speranza ha negato che ci sia già il nome dei nuovi gruppi parlamentari e confermato che il governo Gentiloni avrà il nostro sostegno, ma dovrà assumere come priorità la questione sociale del Paese. Di fronte alle diseguaglianze siamo rimasti senza parole e gli ultimi e i penultimi oggi votano i populisti.

E se per l'esponente della minoranza è necessario un cambiamento radicale, il Pd non può mettere la testa sotto la sabbia ma il nostro ultimo tentativo per fare sul serio è stato respinto, l'ex sindaco di Milano ha rilanciato: Ci vuole una netta discontinuità nel metodo e nel merito. Più che la rottamazione sarebbe utile la rotazione. Campo progressista non sta né con il Pd di Renzi né con chi ha deciso di lasciarlo né con Sinistra italiana, ma intende costruire un contenitore dove tutto il mondo della sinistra possa riconoscersi.
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Il Gazzettino