Deborah vittima dell'angoscia

Deborah vittima dell'angoscia
«Una delusione a livello scolastico». Così la mamma di Deborah Mareggiato, 23 anni, di Bes, sparita per tre giorni tra venerdì e domenica, ha spiegato la fuga della figlia....

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«Una delusione a livello scolastico». Così la mamma di Deborah Mareggiato, 23 anni, di Bes, sparita per tre giorni tra venerdì e domenica, ha spiegato la fuga della figlia. Deborah, proprio venerdì, avrebbe dovuto sostenere un esame universitario per riparare al primo andato male. E quest'angoscia ha fatto scattare in lei l'irrazionalità di una fuga, dentro alla quale forse ha voluto dare riparo anche alle sue paure.

L'incubo è finito domenica alle 20, con un sms alla madre.
Un sollievo per tutti. Non solo per i familiari, gli amici e i parenti più stretti.
Dopo aver abbandonato l'auto nei pressi del lago di Santa Croce, la giovane aveva fatto perdere le sue tracce. E in molti, in tutta la provincia di Belluno (e non solo), hanno seguito con apprensione le lunghe ore di ricerca, culminate con l'sms di Deborah alla madre, nella serata di domenica. La ragazza era a Vittorio Veneto.
Innumerevoli le reazioni alla vicenda: specialmente dal popolo del web. La gran parte dei pensieri è dedicata alle squadre di soccorso che si sono attivate con ogni mezzo e in ogni modo per riportare a casa la giovane: «I soccorritori sono i nostri angeli». Anche sul sito del Gazzettino la notizia ha suscitato diverse reazioni (alcune francamente censurabili: ma, si sa, dietro un monitor e una tastiera la superficialità ha campo libero): «Meno male - scrive Viv1973 -. Forza Deborah, tutto si può sistemare». «Immaginiamo i nostri figli invincibili, combattenti instancabili che vanno impavidi verso il loro futuro - riflette un altro utente - ma se hanno incertezze o paure non riescono a confessarle». Da Barbara De Barba arriva un invito preciso: «In questi casi non si giudica, si aiuta. Nessuno può conoscere la sofferenza altrui. Chi giudica è povero moralmente». E, in chiusura, arriva forse il migliore augurio: «Buona vita, Deborah». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino