De Paul: «Fantastico festeggiare così le mie 150 presenze»

De Paul: «Fantastico festeggiare così le mie 150 presenze»
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IL PROTAGONISTA
UDINE Anima, leader, condottiero, fuoriclasse. L'aggettivo o il sostantivo che sia associabile a Rodrigo De Paul lo si può estrarre a caso dal calderone delle opzioni positive, a tratti superlative, e alla fine non si sbaglierebbe mai. Il 10 bianconero è la colonna dell'Udinese, come ogni 10 che si rispetti sa fare. Quel numero l'ha ereditato da un certo Di Natale ed è stato in grado di diventare il faro di una squadra che punta a tornare nei piani più alti della classifica.

Un ragazzo che, nonostante le mille voci di mercato, ha sposato la causa bianconera, arrivando a 150 presenze: «Prima della partita contro la Lazio non sapevo che era la partita numero 150 - ha svelato a Udinese Tv -, solo alla fine me lo hanno detto. Festeggiare così è stato bellissimo, allo stadio Olimpico, vincendo, e dominando per gran parte dei 90 minuti».
De Paul non ha dubbi: «Questa è l'Udinese più forte in cui abbia giocato, non solo a livello di qualità ma anche a livello umano. La maglia numero 10 sarà sempre di Totò, nessuno lo potrà eguagliare. Prendendo quel numero volevo far capire a tutti che io non sono arrivato a Udine per sostituire Totò, ma per scrivere la mia storia. In più il 10 mi piace, perché è il numero 10 di Diego. Sono ancora triste per la sua scomparsa. Averlo incontrato è stato un onore».
NUOVO RUOLO
L'evoluzione in Friuli di Rodrigo non ha avuto confini: è stata personale, emotiva, ma anche tattica. A Udine è diventato papà, ma anche centrocampista tuttofare, in grado di conquistare il posto nella nazionale argentina: «Ho iniziato a capire a Udine che il mio ruolo era a centrocampo. L'ultimo pezzo del puzzle è stato al mio arrivo in Nazionale quando l'allenatore mi ha detto che il mio posto era a centrocampo. Anche il mio fisico è cambiato. Sono molto contento dei miei compagni argentini. In spogliatoio è bello perché assieme facciamo cose che ci fanno sentire più vicini alla nostra nazione. Il Tucu è un giocatore straordinario, un fuoriclasse. Nacho già lo conosciamo, sappiamo le sue caratteristiche. Abbiamo un portiere fortissimo, adesso sto legando con Molina. Non voglio isolare i compagni delle altre nazioni - precisa -. Cerco di spronarli sempre. Assieme a Kevin sono uno dei capitani e voglio parlare a tutti».
Il rispetto per Udine è altissimo e lo testimonia la voglia di restare con il massimo della passione nonostante l'ambizione di giocare in Champions' League: «Questa società mi ha dato un numero importante, questa città mi ha fatto diventare papà, tutti sogni che avevo fin da ragazzino, quindi se un giorno dovrò andare via non farò polemiche. Mi hanno cresciuto così».
L'EXTRA-CAMPO
De Paul non è soltanto calcio. È la capacità di essere diventato uomo prima del tempo, fronteggiando situazioni difficili con grinta e sempre con il sorriso: «Mia nonna, mia mamma e la mia compagna sono le persone più importanti della mia vita. Da piccolo non ho avuto un papà presente e mia mamma ci ha difeso fino a quando siamo diventati grandi. Ci sono stati giorni in cui lei non mangiava per noi. La mia compagna Camila è la persona che mi conosce meglio, abbiamo creato una famiglia. Mia figlia è la principessa, è friulana. Mi ha fatto diventare l'uomo più felice al mondo, la sua nascita è stato il momento più bello della mia vita».

Stefano Giovampietro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino