DATE E CIFRE In soli tre giorni sulle aree montane del Veneto caddero fino a

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DATE E CIFREIn soli tre giorni sulle aree montane del Veneto caddero fino a 715,8 millimetri di pioggia registrati nella stazione di rilevamento sul Monte Grande (Longarone),...

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DATE E CIFRE
In soli tre giorni sulle aree montane del Veneto caddero fino a 715,8 millimetri di pioggia registrati nella stazione di rilevamento sul Monte Grande (Longarone), superando i dati del 1966 e ben 870 mm a Forni di Sotto sulle Prealpi carniche in Friuli. Per diverse stazioni del bellunese, i quantitativi di pioggia caduti durante l'evento hanno costituito un record assoluto da quando l'Agenzia regionale per la protezione ambientale ha incominciato il monitoraggio pluviometrico sul territorio (ossia dal 1992). La tempesta è stata classifica tra le cinque più disastrose, a livello europeo, degli ultimi 30 anni. Torrenti d'acqua che hanno devastato paesi interi, spostato montagne di detriti che hanno sommerso in particolare Rocca Pietore, fatto straripare i fiumi e persino il lago di Alleghe. Il vento ha soffiato con punte di 200 chilometri orari, strappando al bosco 14 milioni di alberi su una superficie di 41mila ettari. Boschi interi sono stati rasi al suolo. L'alpinista Reinhold Messner parlò di velocità simili a quelle che si registrano sul monte Everest. Le zone più colpite dal vento sono state la Val Visdende, l'Agordino (Alleghe, Canale d'Agordo con la Valle di Gares, Colle Santa Lucia, Falcade con la Valle del Biois, Rocca Pietore e l'intera Valle di San Lucano a Taibon Agordino). In particolare proprio a causa dell'eradicazione di numerosi alberi lungo le linee elettriche ma anche a seguito del crollo di piloni, si registrarono fortissimi disagi alla distribuzione di corrente elettrica su tutto il territorio montano del Triveneto, tanto che il 30 ottobre Terna ed Enel avevano con difficoltà rialimentato 200.000 utenze fra Veneto e Friuli, ma il 31 ottobre le utenze senza energia elettrica erano ancora 10.000.

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Il Gazzettino