Dalla Regione un colpo di spugna sul "Treno del mare"

Dalla Regione un colpo di spugna sul "Treno del mare"
Quest'anno niente "treno del mare". Con tutta probabilità è stato messo "ko" dalla scarsa disponibilità finanziaria del Comune e dagli sconquassi conseguenti all'uscita di...

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Quest'anno niente "treno del mare". Con tutta probabilità è stato messo "ko" dalla scarsa disponibilità finanziaria del Comune e dagli sconquassi conseguenti all'uscita di scena dell'assessore regionale alla Mobilità Renato Chisso, coinvolto nell'inchiesta del Mose.

Istituito nel 1998, il servizio aveva immediatamente raccolto un notevole successo. Nei fine settimana di punta portava al mare all'incirca 500 persone, disponibile ogni domenica e nelle giornate festive, riguardava le tratte ferroviarie Schio-Vicenza-Padova-Rovigo-Chioggia e Cerea-Rovigo-Chioggia e le stazioni intermedie. Il costo del biglietto corrispondeva a quello ordinario, scontato dal 20 fino al 30 per cento per le famiglie ed i gruppi. Arrivati a Chioggia, i turisti giornalieri potevano dirigersi ovunque, servendosi delle biciclette a noleggio o scegliere di raggiungere la spiaggia salendo sui bus navetta, appositamente predisposti in coincidenza con l'arrivo dei treni. Il servizio era assai apprezzato anche perché i convogli erano tutti ben climatizzati. Un certo numero di stabilimenti balneari riservava, inoltre, ai clienti uno sconto su tutti i servizi di spiaggia. L'iniziativa "Vacanza Treno del mare" prevedeva, poi, vantaggi offerti dagli alberghi convenzionati.
Il declino ebbe inizio tre anni fa, quando vennero a mancare le bici a nolo. Un altro duro colpo al "Treno del mare" derivò dalla successiva soppressione dei bus navetta a Chioggia, imposta al Comune dai debiti contratti verso l'Actv e dal Patto di stabilità.
«Forse - commenta il sindaco di Chioggia Giuseppe Casson - il treno domenicale si sarebbe potuto salvare intavolando un confronto in Regione. Però è uscito di scena il nostro referente principale: l'assessore ai Trasporti Chisso. A questo punto, non possiamo far altro che cercare di fare qualcosa per il prossimo anno».
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Il Gazzettino