DALLA DIOCESI BELLUNO Per arginare lo spopolamento in prima fila c'è anche

DALLA DIOCESI BELLUNO Per arginare lo spopolamento in prima fila c'è anche
DALLA DIOCESIBELLUNO Per arginare lo spopolamento in prima fila c'è anche la diocesi. Per tre fine settimana, in autunno, si terrà un convegno aperto a tutti. «È partito da...

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DALLA DIOCESI
BELLUNO Per arginare lo spopolamento in prima fila c'è anche la diocesi. Per tre fine settimana, in autunno, si terrà un convegno aperto a tutti. «È partito da un'esigenza che arriva dai sindaci - precisa il vescovo sarà una scuola di formazione socio politica. A dirigerla Stefano Perale. In un momento storico in cui non le organizzano più i partiti noi offriremo un'opportunità».

AMMINISTRARE OGGI
Perché amministrare non è solo stilare bilanci. «Infatti i sindaci sono parole del vescovo - in un incontro che ho avuto con loro e con i sindacati, si sono interrogati sul significato di avere delle forti responsabilità nella tutela e nel sostegno alla loro comunità, anche a proposito dello spopolamento, senza, peraltro, essere preparati da una formazione specifica». Sullo spopolamento monsignor Renato racconta della sua esperienza al convegno di vescovi a cui ha partecipato di recente: «Sono rimasto sorpreso. E' una questione che preoccupa gran parte delle diocesi italiane, non è problema solo nostro. Coinvolge anche zone metropolitane. Come, del resto, la questione della denatalità». Per monsignor Marangoni la finalità del convegno autunnale: «È sia civile che ecclesiale, nato da una esigenza di formazione». Certo ispirato alla dottrina sociale della Chiesa. Per il vescovo, nella nostra diocesi montana, non sarà possibile prescindere dal riferirsi all'enciclica di papa Francesco, Laudato si'.
COLLABORAZIONE

A proposito di montagna, di comunicazione e di piccole comunità, don Renato è consapevole della difficoltà delle parrocchie che, con un parroco a scavalco, devono collaborare: «Dialogo non sempre facile, anche perché si tende a difendere la propria identità, a volte istintiva. La collaborazione è, però, fondamentale anche con gruppi di volontariato di carattere civile, ma senza sovrapposizioni». Sulla questione del rapporto tra volontariato ecclesiastico e civile il vescovo tiene a sottolineare che «la Chiesa è comunicazione, ma occorre chiarezza nei rapporti. Le istituzioni civili vanno rispettate, vanno riconosciute e va data loro fiducia. Ma la distinzione con le comunità parrocchiali è necessaria».
Daniela De Donà
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Il Gazzettino