Dai vini selvatici al nobile Torchiato l'uva boschera diventa protagonista

Dai vini selvatici al nobile Torchiato l'uva boschera diventa protagonista
VITTORIO VENETONegli ultimi tempi si è assistito alla riscoperta di una varietà minore come la Boschèra, vitigno autoctono coltivato esclusivamente in Veneto, in particolare...

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VITTORIO VENETO
Negli ultimi tempi si è assistito alla riscoperta di una varietà minore come la Boschèra, vitigno autoctono coltivato esclusivamente in Veneto, in particolare della zona collinare di Vittorio Veneto e Fregona. Attorno all'uva Boschèra è nato un movimento di estimatori e viticoltori, che si sono dati molto da fare per la diffusione della conoscenza di questa varietà a bacca bianca. A dare ulteriori argomentazioni arriva ora il libro di Angelo Costacurta ed Enzo Michelet Boschèra. Dai vini selvatici al nobile Torchiato del Cansiglio, appena pubblicato dalle edizioni Kellermann nella collana Grado Babo. Per presentare la pubblicazione si è scelto di abbinare il racconto dei due autori ad una degustazione guidata condotta dai sommelier dell'Ais Treviso, che si terrà oggi alle 17 nell'aula civica del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto. Insieme a Costacurta e Michelet intervengono Antonella Uliana, assessore alla cultura, Silvia Bevilacqua, Vittorino Pianca e Giovanni Alberto Albertin.

LE LETTURE
Ad arricchire la presentazione, condotta da Alessandro Toffoli, ci saranno le letture e le musiche con Aline Fiorot (ingresso libero, obbligo di green pass). Il professor Angelo Costacurta, originario di Cappella Maggiore, diplomato alla Scuola enologica di Conegliano, è uno dei più eminenti studiosi della cultura del vino, consigliere dell'Accademia italiana della Vite e del Vino e docente di viticoltura all'Università di Padova. Anche l'enologo Enzo Michelet si è formato al Cerletti; dal 2011 è socio dell'Accademia italiana della vite e del vino. Da questo tandem di esperti nasce il progetto editoriale che ripercorre origini, storia e peculiarità della Boschèra, uva che viene posta ad appassire su graticci per procedere poi con la vinificazione attorno al periodo di Pasqua. Se ne ottiene uno fra i più apprezzati vini passiti italiani, il Torchiato di Fregona. «Il Cenedese gode della esposizione continua al sole ed alla brezza che le viene dal mare, ha in ogni parte poderi coltivati e vigneti». Lo sciveva Andrea Bacci nel 500, come ricordano i due autori nel loro libro, risalendo alle radici del Boschèra: «Qui, alle pendici del Cansiglio, da tempi antichissimi si produceva un vino dalle uve selvatiche cresciute spontanee. Quando, finalmente, poco più di due secoli fa, i viticoltori hanno preso piena coscienza dell'importanza delle varietà, i diversi genotipi hanno acquisito un nome (Boschèra, Verdiso, Bianchetta) e dato origine a prodotti come il Torchiato di Fregona».

Cristiana Sparvoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino