Dai commercianti un coro di critiche: «La chiusura ci sta già preoccupando»

Dai commercianti un coro di critiche: «La chiusura ci sta già preoccupando»
LE POSIZIONIPADOVA Gli stati generali sono già convocati. L'appuntamento è in agenda domani quando i commercianti si riuniranno nella sede del centro dell'Ascom per fare il...

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LE POSIZIONI
PADOVA Gli stati generali sono già convocati. L'appuntamento è in agenda domani quando i commercianti si riuniranno nella sede del centro dell'Ascom per fare il punto dopo l'annuncio del vicesindaco Arturo Lorenzoni di allargare perimetro e orari della Ztl di Padova, spingendola ad arrivare a 24 ore al giorno, sette giorni la settimana. Con l'istituzione di un pedaggio per chi senza pass e senza essere un residente vorrà entrare. E poco importa se i primi 15 minuti saranno liberi. La preoccupazione nel mondo del commercio c'è. Così, dopo tanto parlare durante lo scorso fine settimana, ecco che l'Ascom preme sull'acceleratore chiamando a raccolta i propri iscritti ma non solo.

«Personalmente spiega il presidente dell'Ascom, Patrizio Bertin ho ricevuto molte telefonate dal tono univoco: la chiusura della città non è possibile. Per cui mi è sembrato doveroso verificare, al di là dei contatti personali, quale sia il sentiment che anima i colleghi che, nella chiusura del centro cittadino, vedono un pericolo mortale per le loro attività». Dunque, assemblea. In un orario, le 13.15 di un mercoledì, che già di per se stesso rende l'idea della straordinarietà della situazione. «Naturalmente continua Bertin non avendo partecipato ad alcuna riunione di quello che è stato definito il gruppo di lavoro intersettoriale, né avendo avuto informative al riguardo, dovremo basarci su ciò che in questi giorni la stampa ha comunicato. Però credo sia sufficiente per dire a chiare lettere che le decisioni non possono essere calate dall'alto ma vanno concertate, che l'auto, in quanto tale, non può essere considerata il nemico, che l'ostracismo nei confronti dei parcheggi non è funzionale a fare di Padova quella capitale del turismo che è anche nei piani di questa amministrazione e che, soprattutto, una città chiusa finisce in mano a gente poco raccomandabile che approfitta della non vita del centro per sviluppare altri tipi di affari».
Una preoccupazione che ieri si respirava anche sotto il Salone. «Se vogliamo far morire ancora di più il centro storico, ecco servita la ricetta giusta attacca Paolo Martin, presidente del Consorzio Sotto il Salone -. Quella intrapresa dall'amministrazione comunale è la via sbagliata se non affiancata da altre strategie. Poco ha da dire, chi l'ha proposta, che è un provvedimento suggerito dal pericolo dell'inquinamento. Si poteva pensare ad allestire la Prandina a parcheggio. Così si porterebbero via di colpo mille auto che girano in cerca di un posto dove fermarsi».
«Noi ci saremo all'incontro dell'Ascom perché questo è un problema di tutti risponde Massimiliano Pellizzari, numero uno dell'Associazione Commercianti del Centro -. Il fronte è compatto e il vicesindaco è riuscito a mettere insieme associazioni con punti di vista diversi. Il nodo è cruciale per tutto il sistema del commercio e della ristorazione di Padova. Partorire idee di questo tipo significa non conoscere i meccanismi che regolano la città».

Nicola Rossi, presidente di Confesercenti, la vede così: «Il problema è voler chiudere la città al traffico? Allora serve ragionare sul trasporto pubblico che non può più chiudere alle 20. Se la logica è di non andare in città, prima bisogna creare i presupposti. Poi chi è costretto a pagare è un problema, anche economico per il cliente. Che paga accesso al centro, parcheggio e poi ristorante o bar. Il fronte è unito e compatto».
N.M.
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Il Gazzettino