«Da noi è arrivato un ragazzo che si è licenziato dopo un giorno. Anzi, dopo 4 ore mi ha comunicato che il lavoro non corrispondeva alle sue aspettative». Stefano Fior è...
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Fior boccia le agenzie interinali e, soprattutto, i Centri per l'impiego. «In passato ho provato ad appoggiarmi al Centro per l'impiego di Cittadella, ma i risultati sono stati praticamente nulli. I tempi di risposta sono stati lunghissimi. Prima di avere un riscontro, abbiamo dovuto attendere più di 3 settimane e abbiamo dovuto fare vari solleciti. Come se non bastasse, la preselezione fatta dal centro è stata assolutamente deludente, con candidati non adatti a svolgere le mansioni di cui avevamo bisogno». «Anche in virtù di questa esperienza, abbiamo deciso di reclutare in proprio i nostri aspiranti collaboratori dice Fior . Per farlo ci siamo affidati ai portali internet che si occupano di offerte di lavoro». Ma anche in questo caso, non sono mancati i problemi. «Buona parte dei candidati in questi siti è di sesso femminile spiega ancora e questo nel nostro caso è un problema perché si tratta di mansioni fisicamente pesanti. Ad ambire a un'assunzione ci sono, poi, molti stranieri. Le candidature di italiani residenti in zona non arrivano, invece, al 15%».
Una situazione che costringe l'ufficio personale della CerealVeneta a un superlavoro per individuare le candidature adatte. «Quello che più ci rammarica è il fatto che, da parte di molti candidati, manchi un investimento motivazionale aggiunge . Per parecchi ragazzi, infatti, iniziare a fare un lavoro o un altro, è la stessa identica cosa. Molto spesso si limitano a provare per capire poi come va. Di certo non è lo spirito giusto per intraprendere un'attività lavorativa. Purtroppo, nei candidati notiamo una superficialità molto marcata».
«A volte, quando abbiamo proprio bisogno, facciamo fare una prova a delle persone a cui, evidentemente, di questo lavoro importava poco racconta ancora Fior . Alcuni abbandonano dopo una settimana». «Purtroppo conclude ci sono delle aspettative troppo elevate create dai social. E, in troppi, s'illudono che esistano lavori senza alcun sacrificio, con remunerazioni molto alte e quindi, quando si scontrano con la realtà, rischiano di prendere una bella botta».
Al. Rod.
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Il Gazzettino