IL CASO«D'Alema? D'Alema chi? E chissene di D'Alema». I big e la folla dei candidati M5S non sono affatto commossi. In tivvù, il comandante Max ha detto: «Io non demonizzo...
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«D'Alema? D'Alema chi? E chissene di D'Alema». I big e la folla dei candidati M5S non sono affatto commossi. In tivvù, il comandante Max ha detto: «Io non demonizzo M5S. E' più preoccupante la deriva neofascista della Lega». Dunque, dalemianamente l'ex premier ha fatto i complimenti al movimento. «Se li poteva anche risparmiare», dice Max Bugani, fedelissimo di Casaleggio, uno dei big. «Ci stanno tutti accarezzando. Ma noi andiamo per la nostra strada. Che è quella di prendere più voti degli altri, e non di fare alleanze con D'Alema o con altri».
Più in là, ecco Bonafede, colonnello di Di Maio: «D'Alema parla bene di noi? Ma non eravamo i mostri?». Fa una risata e va via. In un campanello di parlamentari, con Morra, Giarrusso, Bucarella e altri, la conversazione è così: «Noi ce lo ricordiamo chi è D'Alema. È quello che nel 1998 aveva la possibilità di schiacciare Berlusconi e invece lo ha resuscitato con la Bicamerale. Ed è quello che diceva che la Lega era una costola della sinistra. Ora ha scoperto invece che la Lega è fascista. Lasciamolo solo nelle sue vecchie capriole. Continui a farle per i fatti suoi, invece di pensare a noi».
M.A.
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Il Gazzettino