Sindaci-sceriffo disarmati sul fronte della lotta alla prostituzione. Nel giro di due settimane a Padova prima una sentenza del Tar contro il ricorso di una lucciola e poi quella...
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Ebbene i due impianti sono stati smontati. Nel caso della lucciola il Tar ha rilevato un difetto di giurisdizione nelle ordinanze. Mentre il Giudice di pace nel caso del cliente ha annullato la multa e ora si attende la motivazione. «Prima di tutto il mio cliente si è avvicinato alla ragazza a piedi e poi sono saliti in auto. I vigili, in borghese, l'hanno seguito fino a davanti casa e lì lo hanno multato» spiega il suo difensore, avvocato Massimiliano Tognon. «Ma il punto è un altro. I sindaci non hanno nessun potere di creare vere e proprie leggi di ordine pubblico. Un Comune non può legiferare in materia di prostituzione o libertà personali. Semmai lo fa il parlamento. Nessuno può impedirmi di far salire in auto una persona con minigonna e canottiera».
Il Comune sta pensando di fare ricorso alla Corte d'appello, considerando, dice il segretario Lorenzo Traina «i nuovi poteri dati ai sindaci dal decreto Minniti sulla sicurezza». E qui si apre un capitolo interessante. Il daspo urbano, ovvero il potere di allontanamento con ordinanza può toccare anche chi venga considerato indecoroso.
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Il Gazzettino