Cuamm: «Cooperanti a rischio con la guerra civile in Sudan»

Cuamm: «Cooperanti a rischio con la guerra civile in Sudan»
(F.Capp) Estate di guerra in Sud Sudan. E Medici con l'Africa Cuamm,...

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(F.Capp) Estate di guerra in Sud Sudan. E Medici con l'Africa Cuamm, in prima linea nell'assistenza in quei luoghi partoriati dai massacri, si unisce alle richieste delle istituzioni internazionali e italiane per far cessare il fuoco il prima possibile. Nel paese la ong con sede a Padova tiene aperti i servizi per la popolazione in 7 contee e 3 ospedali dove operano 17 italiani, 39 operatori di diverse nazionalità africane e circa 650 sud sudanesi. Il personale impiegato a Juba è al sicuro, ma costretto nel compound in attesa che gli scontri finiscano. C'è massima allerta per la popolazione civile che, come sempre, è la principale vittima della guerra. «Ora l'attenzione principale è per i nostri cooperanti impegnati sul campo - continua don Dante Carraro, direttore di Medici con l'Africa Cuamm - siamo in continuo collegamento con loro per monitorare la situazione. Questo ennesimo scontro avviene a ridosso dell'anniversario dell'indipendenza e va ad aggravare una situazione già molto fragile e delicata. La gente è terrorizzata, ha paura. Non c'è garanzia di futuro». Il Cuamm è presente in Sud Sudan da dieci anni. Alla dimensione ospedaliera si è aggiunta quella di sanità pubblica sul territorio con strutture in 6 contee. A Yirol, sotto la direzione sanitaria del Cuamm, sono state inaugurate quest'anno la nuova neonatologia e una casa d'attesa per le donne prossime al parto: si punta quindi a superare i 1.400 parti assistiti nell'ospedale nel 2015. A Lui nel 2014 è stata aperta una scuola per infermiere e ostetriche, perché lavorare «con» l'Africa significa per il Cuamm puntare anche sulla formazione del personale locale. Proprio a Lui, inoltre, a settembre 2015 gli operatori del Cuamm hanno dovuto fronteggiare l'emergenza legata agli sfollati della contea: persone che hanno lasciato le case per mettersi al sicuro dagli scontri al tempo in corso. Con il 2016 si è aggiunto il problema della siccità e degli scarsi raccolti. Nelle strutture supportate, solo nel primo trimestre, sono stati sottoposti allo screening per la malnutrizione 5.800 bambini, 534 dei quali passati alla terapia nutrizionale.
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Il Gazzettino