Crollano le offerte per i neo laureati

Crollano le offerte per i neo laureati
L'UNIVERSITÀUDINE Una Fiera del lavoro virtuale in un Teatrone fatto di byte, con stanze per colloqui in videochat e suggerimenti sul curriculum on line. Accade anche questo, al...

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L'UNIVERSITÀ
UDINE Una Fiera del lavoro virtuale in un Teatrone fatto di byte, con stanze per colloqui in videochat e suggerimenti sul curriculum on line. Accade anche questo, al tempo del coronavirus. Perché, fra le aziende, ma anche fra gli studenti, il timore di partecipare ad eventi affollati (e la Fiera organizzata da 15 anni da Alig e dall'ateneo al Giovanni da Udine richiama migliaia di persone) traguarda ben oltre l'autunno.

FUTURO INCERTO
Come spiega il delegato al posizionamento e ai rapporti con le aziende, Marco Sartor, «i posti in Fiera per le aziende sono 60. Di solito a fine marzo sono già tutti prenotati. Invece oggi abbiamo solo 13 aziende in lista. Per questo, stiamo lavorando, con un team di tre persone, all'idea di una fiera in un teatro virtuale, il 14 novembre. Di solito, nel foyer organizziamo gli stand aziendali: pensiamo di riproporli in delle stanze virtuali su internet, in cui ogni studente avrebbe uno slot di 5 minuti per i colloqui». Senza contare i seminari on line dei direttori del personale e i consigli sul web per il curriculum in italiano, inglese, francese e cinese. Certo, la speranza di tutti è che questo sia solo un piano B e che a novembre tutto quello che stiamo vivendo ora sia solo un ricordo lontano e possa andare in scena il piano A come da tradizione: «In quel caso a novembre sarebbe bello far incontrare aziende e studenti a teatro. Se non ci saranno le condizioni, verrà allestito il teatro virtuale».
I DATI
Gli effetti dell'epidemia sul mercato del lavoro si fanno sentire anche nei rapporti con l'ateneo. Sartor ricorda che al Career center, dove di solito arrivano 70 offerte al mese per i laureati, c'è stata una riduzione di oltre il 70% passando dalle 72 offerte di gennaio alle 42 di febbraio, alle 20 di marzo. «Un laureando di Ingegneria elettronica che a febbraio aveva ricevuto 5 offerte di lavoro, si è laureato pochi giorni fa, ma tutte le offerte sono state ritirate». Dati ancor più allarmanti per gli eventi di collocamento, che fanno incontrare domanda e offerta. Cancellati i primi appuntamenti (come due Career tour e il Mercoledì del placement, una mini fiera del lavoro con un ridotto numero di partecipanti, del 25 marzo), per gli altri Mercoledì in calendario ci sono pochissime candidature delle aziende: per il 6 maggio 7 posti a disposizione e 3 ditte iscritte, per il 7 ottobre 7 posti e 1 richiesta, per il 21 ottobre a Gorizia nessuna candidatura. «Di norma a marzo avevamo già esaurito tutti i posti per ottobre e novembre», rammenta Sartor.
BASTA INCONTRARSI
Anche per i Job breakfast, appuntamenti fra studenti e aziende in piazza davanti a un caffè e una brioche, previsti a maggio sono pochissime le iscrizioni: solo 6 aziende su 20 posti per piazza Libertà a Udine e solo 2 su 10 posti per Pordenone. «C'è il rischio che vengano cancellati. Le aziende, e anche gli studenti, hanno paura di andare in luoghi affollati. Inoltre i piani di reclutamento di tantissime realtà sono congelati». Da qui l'idea di realizzare la fiera del lavoro virtuale promossa a pieni voti dal rettore Roberto Pinton, secondo cui «l'Ateneo ha saputo affrontare finora le sfide create dal Coronavirus con grande intraprendenza, garantendo alla sua utenza disagi minimi». Il rettore snocciola i numeri: «Negli ultimi 20 giorni abbiamo consentito a oltre 600 studenti di sostenere prove d'esame orali e in qualche caso scritte a distanza. Abbiamo laureato circa 350 ragazzi e nelle prossime settimane sono in programma altre 650 lauree». Previsto un appello straordinario entro il 15 giugno per i ragazzi che non hanno potuto finire la tesi a causa dell'emergenza.
TIROCINI

Ma ci sono anche le buone notizie sul fronte dei tirocini. Dopo lo stop deciso in seguito al decreto del 10 marzo, tutte queste esperienze in azienda (erano 548) sono state sospese, ma oltre metà delle ditte, a quanto fa sapere l'ateneo, ha deciso di mantenere il rapporto con gli studenti in smart working e circa il 10% ha stabilito addirittura di assumere i ragazzi.
Camilla De Mor
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino