Crisanti: «Ho timori per la scuola»

Crisanti: «Ho timori per la scuola»
ROSOLINA«Non sono un virologo, ma uno scienziato che si è sempre occupato delle misure di controllo contro la diffusione di malattie epidemiche. Per questo, di fronte...

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ROSOLINA
«Non sono un virologo, ma uno scienziato che si è sempre occupato delle misure di controllo contro la diffusione di malattie epidemiche. Per questo, di fronte all'insorgere del Covid-19, il mio approccio non è stato quello di puntare tutto sulla ricerca di un rimedio per debellare la molecola del Covid-19, piuttosto di impedire intanto che questa circolasse tra la popolazione».

Sta tutto nelle parole con cui il professor Andrea Crisanti ha esordito all'incontro organizzato dall'amministrazione comunale, il modello Vo' con cui il Veneto ha affrontato la pandemia. Nel palazzetto dello sport, riempito praticamente nei limiti consentiti dalle norme di sicurezza, un pubblico intergenerazionale interessato e attento, ma anche, quando è stata offerta la possibilità di proporre domande, con molte curiosità e timori su quello che riserveranno i prossimi mesi.
IL DIBATTITO
Dopo l'introduzione del moderatore Orazio Bertaglia, i saluti del sindaco Franco Vitale e del prefetto vicario Luigi Vitetti, il direttore dell'Ulss 5 Antonio Compostella ha sottolineato come, pur in una provincia poco densamente popolata o inurbata, abbia pagato la scelta di lavorare dal lato della prevenzione, la creazione di un ospedale Covid a Trecenta, la progressiva indipendenza da Padova per processare i tamponi, senza dimenticare la collaborazione responsabile da parte dei cittadini e il coordinamento con Prefettura, Comuni, associazioni di volontariato e forze dell'ordine.
«Il problema della Lombardia è che almeno inizialmente, aveva scelto di affidarsi alle sue eccellenze sanitarie e di ricoverare malati e casi sospetti, ma l'enorme numero di contagiati ha finito per fare degli ospedali i principali vettori del virus - ha ricordato Compostella - Ha invece pagato la scelta del Veneto di isolare i contagiati e la loro cerchia di contatti per spezzare la diffusione del Covid, con un grande lavoro di screening. Con l'estate era prevedibile un certo rilassamento nei comportamenti, ma anche così, un focolaio come quello alla Casa di cura di Porto Viro è stato subito circoscritto».
L'OSPITE
Dal canto suo, spiegato l'approccio con cui ha affrontato la pandemia, Crisanti non si è sottratto a domande scomode come la riapertura delle scuole («Sono critico con le raccomandazioni del Comitato tecnico scientifico, ma spero ci sia la flessibilità per eventuali cambiamenti in corsa») e soprattutto la questione del vaccino. «Sono favorevole ai vaccini - ha premesso -, ma va detto che, nonostante gli sforzi, per Aids, epatite C, malaria e tubercolosi non ci sono ancora soluzioni. E in ogni caso, sperimentazioni e test richiedono quattro, cinque anni per avere risposte definitive. E tra i rimedi allo studio, l'utilizzo del plasma iperimmune ha dato risultati migliori di altri farmaci, ma oltre a essere scarso, non è detto funzioni per tutti».

A fine serata, riconoscimenti sono andati alle associazioni di volontariato e alle forze dell'ordine che nel periodo di lockdown hanno contribuito a mantenere vivo il tessuto sociale.
Enrico Garbin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino