Cracking, i lavoratori si preparano al duello con Eni

Cracking, i lavoratori si preparano al duello con Eni
PETROLCHIMICOMARGHERA Un po' dentro - quelli che potevano entrare garantendo le distanze - e gli altri fuori, nel piazzale, con i megafoni che sparavano l'audio dell'assemblea....

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PETROLCHIMICO
MARGHERA Un po' dentro - quelli che potevano entrare garantendo le distanze - e gli altri fuori, nel piazzale, con i megafoni che sparavano l'audio dell'assemblea. Almeno un centinaio di lavoratori, forse anche qualcuno di più, che in tempi di riunioni in videoconferenza è sicuramente solo questo un evento. Ma anche un'assemblea, quella di mercoledì nel capannone del Petrolchimico nella quale le segreterie territoriali di Filctem, Femca e Uiltec, assieme alle Rsu di Versalis e Spm (la Servizi Porto Marghera, società che opera all'interno dello stabilimento) hanno dichiarato lo stato di agitazione con il blocco delle prestazioni straordinarie e flessibili, pèreparandosi alla mobilitazione anche con i siti di Ferrara e Mantova.

«È stata espressa profonda preoccupazione e dissenso rispetto i progetti di chiudere gli impianti di cracking e aromatici da parte di Eni Versalis - riferiscono i sindacati -. Il Cracking è un impianto fondamentale della filiera produttiva della chimica di base del quadrilatero padano e una produzione strategica per il Paese. Mettere in discussione la continuità dell'impianto cracking vuol dire abbandonare la produzione chimica in Italia». «Gli approvvigionamenti via mare? Non ci crede nessuno - taglia corto Davide Camuccio, segretario generale della Filctem Cgil -. Per questo stiamo lavorando con gli altri siti produttivi per costruire un fronte comune contro la decisione annunciata da Eni». I sindacati nazionali hanno chiesto un incontro con i vertici di Versalis che dovrebbe tenersi la prossima settimana (anche se non c'è ancora una data), ma da Porto Marghera non sembrano esserci molti spazi per una mediazione. «Gli impianti di cracking e aromatici non vanno chiusi, ma migliorati e innovati - ripredono sindacati e Rsu -. La riconversione energetica non si fa chiudendo gli impianti e mettendo in crisi un intero sistema industriale. Se veramente Eni vuole realizzare nuove filiere produttive a Porto Marghera, che proceda pure, visto che ci sono le aree libere già bonificate. Ma il cracking non si tocca».

Filctem, Femca e Uiltec sottolineano quindi che la discussione su Porto Marghera deve partire dal piano industriale del 2019 che vedeva le produzioni cracking protagoniste di innovazione ed efficientamento con un investimento di 168 milioni di euro. L'assemblea ha ritenuto necessario un coinvolgimento dei sindacati dei chimici a tutti i livelli, territoriale regionale e nazionale, per aprire una vertenza nazionale che porti la discussione sul futuro delle produzioni Versalis di Porto Marghera sino al Governo. È impensabile che in un momento di grave crisi economica, l'Eni, società a partecipazione statale, decida di chiudere gli impianti mettendo in discussione l'intero sistema produttivo». (f.fen.)
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Il Gazzettino