Alessandro Campi Gli aderenti alla piattaforma Rousseau si sono dunque espressi: a maggioranza hanno ritenuto che Matteo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Gli aderenti alla piattaforma Rousseau si sono dunque espressi: a maggioranza hanno ritenuto che Matteo Salvini non debba essere sottoposto a giudizio per la scelta di aver ritardato lo sbarco dei migranti che si trovavano sulla nave Diciotti. Una scelta che è stata evidentemente giudicata come assunta a difesa di un interesse generale e nel rispetto delle sue competenze di ministro degli interni.
Sulle conseguenze politiche di questa decisione, che sembra scacciare il rischio di una crisi di governo, si parlerà a lungo nei prossimi giorni. Ma il punto che merita di essere sottolineato a urne elettroniche appena chiuse è che la votazione di ieri, indipendentemente dal suo risultato, non è stata, come sostenuto dai suoi promotori, un esempio di corretta partecipazione popolare e di vera democrazia, ma il ripetersi dell'equivoco propagandistico-ideologico a partire dal quale il M5S ha costruito la sua immagine come forza che, nel nome di una moralità e di una trasparenza assolute, pretende di perseguire un cambiamento radicale del costume politico e delle regole (inique e obsolete) che governano la politica democratica.
L'impressione è che con i grillini, segnatamente con i loro capi politici e ispiratori ideologici, si sia stati sino ad oggi un po' troppo indulgenti, scambiando la fondatezza delle istanze sociali di cui sul filo del risentimento si sono fatti interpreti con la plausibilità delle loro ricette politico-istituzionali. (...)
Continua a pagina 23
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino