CORTINA Il ghiaccio si scioglie ed apre l'accesso a una galleria scavata nella

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CORTINA

Il ghiaccio si scioglie ed apre l'accesso a una galleria scavata nella roccia dai militari italiani, cent'anni fa, nel gruppo della Tofana, sopra Cortina, dove correva il fronte fra Italia e Austria. In quella cavità si trovano diversi reperti della Grande guerra, munizioni, reticolati, attrezzi, altri materiali, difficili da recuperare, perché in parte ancora bloccati dal ghiaccio. Sino a qualche tempo fa c'era soltanto un piccolo pertugio, dove qualche avventuroso si infilava con fatica; adesso il varco è molto più ampio e consente un ingresso più agevole. È tanto facile che qualcuno è entrato, ha danneggiato, rotto, asportato. C'erano grosse matasse di filo spinato, ben allineate su scaffali di legno, che avevano resistito un secolo; ora giacciono a terra, rovesciate. Una carriola fatta a mano, interamente di legno, perfettamente conservata, con la ruota lavorata al tornio, era ben visibile, imprigionata nel ghiaccio azzurro, trasparente: è stato spezzato il manico, l'unica parte che emergeva. Con un piccone, o qualche altro attrezzo, è iniziato lo scavo per impossessarsi di alcuni caricatori di pallottole per fucile, sostanzialmente integri. La galleria si divide in tre rami, dopo la camera iniziale, e presenta più di un accesso. Considerata la pericolosità del sito, ma anche la singolarità del deposito, c'è stata una azione congiunta del gruppo Guide alpine di Cortina e del Parco naturale regionale delle Dolomiti d'Ampezzo. L'ingresso principale è stato chiuso con una robusta rete metallica elettrosaldata, portata lassù con l'elicottero e infissa nella roccia, quindi cementata; è possibile dunque osservare l'interno, ma non accedervi. Le Guide alpine hanno lavorato anche ad un ingresso secondario, di una delle gallerie laterali: l'hanno chiuso con una porta metallica e un lucchetto, in modo da consentire un agevole accesso, nell'intento di compiere periodiche visite di controllo e ispezione, per verificare lo stato di conservazione del materiale, per essere certi che non ci siano altri atti sconsiderati. Negli anni a venire, in base allo scioglimento del ghiaccio, all'interno della galleria, si deciderà come intervenire. Per lo stesso motivo, per garantire la maggiore sicurezza possibile, non viene diffusa la esatta ubicazione del sito. C'è infatti il rischio che l'eccessiva pubblicità susciti la curiosità e la brama dei sempre numerosi ricercatori di reperti bellici. È accaduto di recente sul versante occidentale della Tofana, verso la Val Travenanzes: una postazione di guerra, perfettamente conservata per quasi cent'anni, nella zona del Masaré, è stat illustrata da una rivista e in breve tempo è stata interamente devastata, saccheggiata senza ritegno. Tutto ciò per smania di possedere un oggetto di allora, una testimonianza del passato. Oppure per venderlo, anche se in realtà il prezzo di questi materiali si limita spesso a una manciata di euro.

Marco Dibona
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Il Gazzettino