CORTEO Quattromila persone hanno partecipato ieri alla manifestazione O ti fermi

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CORTEO
Quattromila persone hanno partecipato ieri alla manifestazione O ti fermi o muori indetta a sigle unite dai sindacati dei metalmeccanici. Il corteo è partito alle 9.30 dal Tribunale e ha attraversato la città passando davanti alla Prefettura, per poi fermarsi a piazza Garibaldi. Sul palco, accanto ai rappresentanti di Fim Fiom Uil e al sindaco Sergio Giordani, sono salite anche le mogli dei due lavoratori deceduti nell'incidente alle Acciaierie Venete e le figlie dell'operaio della Unicka che ha perso la vita il 31 luglio 2017.

«La piazza ci consegna una grande responsabilità ha detto Loris Scarpa segretario generale della Fiom Cgil di Padova -. Quanto fatto fino ad oggi non termina con questa manifestazione, la lotta non terminerà finché non sarà raggiunto l'obiettivo di modificare le condizioni di lavoro di chi ancora oggi non ha tutele né certezze. Un lavoro sicuro, un contratto per tutti e la possibilità di costruirsi una vita devono essere la basi da cui partire, non un'utopia irrealizzabile».
Tra il 2018 e il 2019 nel Padovano sei persone sono morte sul luogo di lavoro. Tra questi c'è Marian Bratu, l'operaio 43enne deceduto il giorno di Santo Stefano in ospedale, in seguito al grave incidente avvenuto alle Acciaierie Venete. «La morte di mio marito ha lasciato un dolore profondo e incolmabile in me e nei miei figli ha detto Valerica Bratu - Non sono qui per incolpare qualcuno, credo nella giustizia italiana. Sono qui per sostenere i colleghi di mio marito e tutti coloro che lottano per far valere il lavoro come un mezzo dignitoso per vivere. Il lavoro è un diritto, non una fonte di sofferenza».
Assieme a lui era rimasto coinvolto anche Sergiu Todita, deceduto il 6 giugno 2018. Parole forti anche dalla figlia di Gezim Haka. La 21enne racconta il dramma di un'archiviazione in sede penale contro cui i parenti continuano a chiedere giustizia. Il padre è rimasto colpito da una scheggia che gli ha reciso l'aorta alla Unicka Srl di San Giorgio delle Pertiche. «Le nostre vite sono state stravolte - ha detto Xhanina nei primi giorni mi sembrava di vivere un incubo. Da lì in poi è andato tutto peggiorando. Sono state svolte indagini che hanno condotto a delle conclusioni paradossali. E' stato dichiarato che mio papà avrebbe dovuto rimuovere manualmente la scheggia durante le fasi iniziali della produzione. Quindi è stato ritenuto colpevole della propria morte per semplice distrazione. L'indagine è stata archiviata, secondo il giudice penale non c'è stata alcuna violazione della normativa da parte del datore di lavoro. Noi abbiamo solo chiesto la verità, è impossibile avere una morte sul lavoro senza che ci siano responsabili. E' assurdo pensare che non lo rivedremo mai più. Non vedrà crescere me e mia sorella, lui che faceva di tutto per noi, era sempre presente e ci spronava a studiare per avere una vita più semplice della sua. Voleva saperci realizzate e felici».

Anche il sindaco Giordani ha voluto portare il suo saluto ai lavoratori in piazza, esprimendo vicinanza alle famiglie delle vittime del lavoro. «Siamo qui oggi a chiedere quella che dovrebbe essere una cosa scontata quando si lavora, la sicurezza ha detto Giordani - Zero incidenti non deve essere un'utopia, ma il nostro obiettivo. Ecco perché è fondamentale investire nella prevenzione». A sostegno della manifestazione anche Flit Cgil, Studenti Per - Udu Padova e Rete degli Studenti Medi Padova.
Elisa Fais
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Il Gazzettino