Corsi per gestori: nei locali pubblici si aiuteranno i malati di gioco

Corsi per gestori: nei locali pubblici si aiuteranno i malati di gioco
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IL PROGETTO
TREVISO Fino a qualche decennio fa, nelle osterie trevisane era immancabile il tavolo degli habitué intenti alla partita a carte. Oggi, bar e caffè sono stati colonizzati da videopoker, slot elettroniche, gratta e vinci. Il confine tra l'innocua ebbrezza di tentare, di tanto in tanto, una giravolta della sorte che cambi la vita e la dipendenza dal gioco che invece rovina l'esistenza è sottile. Lo sanno alla Confcommercio di Treviso: non a caso l'organizzazione ha inserito nei corsi di formazione per i futuri gestori di pubblici esercizi anche delle lezioni sulle ludopatie e sul modo di prevenirle, tenute da esperti del Serd (il servizio anti - dipendenze dell'Usl).

I CORSI
Gli aspiranti esercenti - sono circa 160 all'anno a frequentare i corsi obbligatori, con tanto di esame finale per il patentino - insieme a nozioni su igiene e sicurezza alimentare, conservazione e somministrazione di cibi e bevande, normative fiscali, impareranno anche a riconoscere i clienti a rischio e con i sintomi di una vera e propria patologia. L'iniziativa, spiega Dania Sartorato, presidente provinciale della Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi di Confcommercio, si inserisce in un impegno sociale della categoria.
IL RUOLO DEGLI ESERCENTI
«Prima ancora che imprenditori siamo cittadini conferma -. e possiamo svolgere un ruolo di prevenzione. Gli esercenti però negli ultimi anni hanno dovuto trasformarsi in controllori', con crescenti obblighi». Nel 2016 sono stati 315 i pazienti in cura negli ambulatori per il gioco d'azzardo patologico dell'Usl Marca Trevigiana, in prevalenza tra 40 e 50 anni o dai 60 in su. «La collaborazione con i baristi può aiutarci a intercettare i giocatori problematici, prima cioè che l'abitudine diventi dipendenza», rimarca Amelia Fiorin, una dei referenti del servizio. Gli stessi gestori, peraltro, rischiano il contagio. Spesso, poi, macchinette e lotterie (naturalmente autorizzate) rappresentano una quota di bilancio non secondaria.
LA CONTRADDIZIONE

Ma il primo a guadagnare dai giochi è l'Erario pubblico. «Siamo di fronte ad un ludopate seriale: lo Stato: che da un lato tassa queste attività, dall'altro sollecita programmi per limitare il danno del gioco patologico», chiosa Renato Salvadori, numero uno di Confcommercio Treviso. Sul fatto che questa sia la prima contraddizione da risolvere, concordano pure Volontarinsieme-Csv e Centro della famiglia. Pronti a lanciare anche una sorta di bollino o comunque a indirizzare i consumatori verso locali che rinunciano alle slot.
Mattia Zanardo
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Il Gazzettino