Coperture e debito, Bruxelles in allarme Palazzo Chigi: nessun rischio bocciatura

Coperture e debito, Bruxelles in allarme Palazzo Chigi: nessun rischio bocciatura
LO SCENARIOROMA Il deficit al 2,2% è fuori dai parametri, i proventi dalla lotta all'evasione vanno meglio dettagliati, la discesa dal debito non c'è ed è complicata dalle...

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LO SCENARIO
ROMA Il deficit al 2,2% è fuori dai parametri, i proventi dalla lotta all'evasione vanno meglio dettagliati, la discesa dal debito non c'è ed è complicata dalle previsioni di Eurostat (134% nel 2020) e chiarimenti verranno chiesti anche sul mancato rispetto degli obiettivi di bilancio presi dal governo gialloverde soprattutto in relazione al peggioramento del deficit.

La lettera di chiarimenti che la Commissione europea sta inviando all'Italia è attesa. Se non altro perché il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha guidato per anni la commissione Econ dell'europarlamento ed è consapevole del rigore che viene applicato a Bruxelles su voci di bilancio che rischiano di essere aleatorie come quelle provenienti dalla lotta all'evasione fiscale. Senza contare che il filo diretto tra Roma e Bruxelles non si è mai interrotto da quando il governo è in carica.
L'ARIA
Nessuna sorpresa, quindi, anche da parte di Giuseppe Conte che nel precedente esecutivo ha avuto a che fare con richieste di chiarimenti che necessitarono di lunghe trattative e complicate risposte. Stavolta invece si respira aria tranquilla anche perchè le previsioni di crescita (+0,7%) si avvicinano a quelle ipotizzate da Bruxelles. Conte stesso, a margine del consiglio europeo della scorsa settimana, aveva sostenuto che sul documento programmatico di bilancio per il 2020 «daremo tutti i chiarimenti: siamo molto sereni e sicuri». Una tranquillità che si spiega anche con la convinzione che l'impianto della manovra comunque regge e che quindi si tratta di chiarimenti che escludono comunque una bocciatura, come invece avvenne lo scorso anno.
Eppure un tentativo per ripetere il film dello scorso anno, l'attuale maggioranza lo ha fatto più o meno consapevolmente venerdì scorso attraverso un post del blog grillino che di fatto metteva in discussione la manovra di bilancio inviata a Bruxelles qualche giorno prima. Immediata la reazione del commissario Ue Valdis Dombrovskis che, insieme a Moscovici e alla vecchia commissione, valuterà la sostenibilità dei conti pubblici italiani. Ieri sera la querelle dentro la maggioranza sembra essersi ricomposta con correzioni al testo che avverranno senza mettere in discussione il perimetro della manovra e, soprattutto, senza allarmare i mercati più di Bruxelles. Lo spread è infatti il vero convitato di pietra. Se infatti dovesse riprendere a salire potrebbero cambiare le richieste che la Commissione farà entro il mese prossimo.
Resta il fatto che il nodo principale è sempre il percorso di riduzione della montagna di debito pubblico, oltre alla richiesta di delucidazioni sui 4 miliardi di flessibilità chiesti per la ricostruzione del ponte Morandi che invece non viene finanziato con denaro pubblico.
Le preoccupazioni della Commissione ruotano sul saldo strutturale che nella nota di aggiornamento del Def, peggiora nel 2020 di 0,1% mentre, secondo le regole europee, il governo dovrebbe assicurare un miglioramento del saldo pari a 0,6 punti. In totale una deviazione di 0,7 punti dagli impegni presi con l'Ue. Senza contare che l'Italia ha chiesto flessibilità per circostanze eccezionali pari a 0,2 punti, che però non è stata ancora autorizzata. In buona sostanza, invece di rispettare lo 0,1% che la Ue concede ai paesi in difficoltà, l'Italia peggiora di molto i saldi.
LA SFIDA

Anche se l'Italia non sarà l'unico Paese a ricevere la lettera - in fila ci sono anche Francia, Spagna, Belgio e Portogallo, non c'è dubbio che osservata speciale è proprio Roma. La lettera della Commissione arriva sette giorni dalla ricezione della bozza di legge di stabilità. Il governo ha già fatto sapere che risponderà in tempi brevi, fornendo tutte le informazioni che servono a fugare i dubbi della Ue. Se così non fosse e le argomentazioni non fossero sufficienti, Bruxelles avrebbe un'altra settimana di tempo per rigettare la manovra e chiederne una nuova, come accadde l'anno scorso per colpa di una «deviazione senza precedenti» del saldo strutturale. Ipotesi che non sembra però essere in campo, sempre che il governo continui un percorso di risanamento e di crescita, senza sfide, ultimatum e balconi.
Marco Conti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino