SARONNO (VA) - Per gli investigatori gli arresti di Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni sono solo il primo, tragico capitolo nelle indagini. «Ci sarà un secondo livello...
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Scoppetta è il diretto superiore di Cazzaniga ed è indagato per omessa denuncia in tre dei quattro decessi attribuiti al medico e favoreggiamento personale, in quando componente della commissione interna che ha valutato (e ritenuto corretto) l'operato del dottore. Sul capo del pronto soccorso, secondo il pm, gravava un possibile inquinamento probatorio e il pericolo del condizionamento dei testimoni, il gip tuttavia non ha ritenuto necessaria una restrizione della libertà personale poiché avrebbe agito «a tutela dell'ospedale e non per difendere se stesso». Scoppetta, si legge negli atti, «era perfettamente in grado di valutare l'inadeguatezza e illiceità dei trattamenti farmacologici attuati da Cazzaniga nei confronti dei pazienti fragili». Ha scoperto delle indagini in corso quando al personale del pronto soccorso e ad altri medici dell'ospedale cominciavano ad arrivare gli inviti a comparire e le cartelle cliniche venivano sequestrate. Da questo momento, registrano gli inquirenti, Scoppetta ha agito al fine di «ostacolare le indagini e influenzare i propri sottoposti, in modo che rendessero dichiarazioni reticenti». Una è la dottoressa Simona Sangion, indagata per falso ideologico in merito al certificato di ricovero del marito della Taroni: minaccia di raccontare tutto ciò che avveniva in pronto soccorso se non le avesse rinnovato il contratto in scadenza. E si sfoga con la madre: «Io sono anche capace di chiamare i parenti dei pazienti che hanno ammazzato e dirglielo». Naturalmente la Sangion viene assunta e «in tal modo Scoppetta ha ottenuto che la dottoressa rinunciasse a rendere le dichiarazioni accusatorie». Il primario si comporta da pompiere dell'ospedale e cerca in tutti i modi di soffocare le fiamme dell'inchiesta. Dà indicazioni difensive alla Taroni e quando una dottoressa convocata in Procura lo chiama per chiedere «indicazioni», le consiglia di rispondere «con intelligenza». Che, scrive la pm, significa «non in maniera spontanea e secondo verità, ma secondo convenienza».
C.Gu.
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Il Gazzettino