Coopca rinvia ancora il bilancio

Coopca rinvia ancora il bilancio
Sono stati una sessantina i lavoratori di Coopca che mercoledì hanno partecipato all'incontro nella sede di Amaro con l'obiettivo di illustrare l'ipotesi...

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Sono stati una sessantina i lavoratori di Coopca che mercoledì hanno partecipato all'incontro nella sede di Amaro con l'obiettivo di illustrare l'ipotesi dell'autoimprenditorialità quale viatico di salvataggio di alcuni punti vendita e quindi di parte dei posti di lavoro. Tecnicamente l'operazione si chiama "Workers buyout" ed in sostanza è lo stesso modello utilizzato alla IdealStandard di Zoppola, oggi IdealScala.

Assieme ai vertici della Coopca e all'advisor Maurizio Variola, era presente tra i dipendenti il direttore della LegaCoop Fvg Alessio Di Dio: «La soluzione può venire sfruttata in caso di lavoratori messi in mobilità o in cassa integrazione a causa di crisi aziendali - ha premesso Di Dio -; con il contributo del sindacato possono quindi decidere di richiedere all'Inps l'anticipo totale dei soldi spettanti dall'indennità e decidere di reinvestirli per costituire il capitale sociale della nuova cooperativa, al quale poi comparteciperebbe in qualità di finanziatore o sovventore la stessa Legacoop tramite due fondi cooperativi (Cfi o Coopfond)».
La sommatoria delle risorse messe in campo, partendo per esempio da gruppi di cinque dipendenti, potrebbe permettere di raggiungere quote di 200-250 mila euro con i quali quindi rilevare da Coopca l'avviamento e le rimanenze del punto vendita (quelli ad oggi ancora non opzionati), accordandosi successivamente per le forniture dei prodotti e delle merci mediante franchising o affiliazione. «Alla base di operazioni di questo tipo - puntualizza Di Dio - ci dev'essere una forte motivazione e un piano di sostenibilità futura del negozio che passi al nostro rigoroso vaglio, altrimenti è meglio lasciar perdere in partenza».
Ulteriore suggerimento, nel caso maturino più interessamenti di dipendenti di negozi diversi, quello di costituire un'unica nuova cooperativa in maniera tale da recuperare economie di scala.
La strada dell'autoimprenditorialità è solo l'ultima in ordine di tempo tra quelle che si stanno percorrendo per rafforzare l'insufficiente massa di attivo realizzabile previsto nel piano concordatario (56 milioni) che, ad una decina di giorni dal termine per la presentazione della relazione del Commissario giudiziale, attende disperatamente ulteriori integrazioni per dare garanzie ai creditori privilegiati e a quelli chirografari, scongiurando la dichiarazione di fallimento.

Al momento il Cda della cooperativa carnica spera ancora nella ripresa di alcune trattative rimaste in sospeso ma soprattutto su un ulteriore decisivo intervento della politica e dei vertici nazionali del mondo cooperativo, alla luce anche della lettera di Sos dei 28 sindaci carnici. Al termine della riunione di ieri sera il presidente Collinassi ha spiegato di aver rinviato ancora di qualche giorno l'approvazione del bilancio di esercizio 2014 (aggravato da ulteriori perdite e svalutazioni rispetto a quello provvisorio inserito nel concordato che chiudeva con una perdita di 16 milioni di euro, ndr), mentre per oggi è in programma un importante vertice tra società, Regione, cooperative e sindacati.
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Il Gazzettino