Coop Casarsa «Dipendenti come trottole»

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COOPERAZIONE PORDENONE Sotto la lente le condizioni lavorative degli...

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COOPERAZIONE

PORDENONE Sotto la lente le condizioni lavorative degli addetti dei punti vendita della Coop Casarsa. A chiamare in causa la cooperativa sono i sindacalisti Daniela Duz (Filcams Cgil) e Mauro Agricola (Uiltucs), che sottolineano in particolare i continui spostamenti di personale da uno all'altro dei 14 punti vendita, distribuiti fra le province di Pordenone (Casarsa, San Giovanni, Fiume Veneto, Cordovado, San Martino al Tagliamento, Lestans, Pravisdomini, Marsure e San Quirino), Udine (Goricizza, Ruda, Porpetto e Faedis) e Treviso (Francenigo), per un totale di circa 120 dipendenti. Nel gennaio del 2014, ricordano i sindacalisti, nella fase di crisi del settore, è stato sottoscritto un accordo di crisi - in seguito prorogato - in base al quale i lavoratori rinunciavano al 60 per cento del salario integrativo aziendale. «Un accordo che è servito a sostenere la cooperativa nel momento della bufera della crisi, e questo nonostante la Coop Casarsa abbia sempre potuto contare su una certa solidità». A conferma di tale solidità, i bilanci di 2016 e 2017, che hanno fatto registrare rispettivamente utili per 43mila e 18mila euro. «L'accordo di crisi - rilevano però Duz e Agricola - prevedeva che eventuali utili andassero a beneficio dei lavoratori, ma non è stato così. Anche per questo, chiediamo ora un'implementazione dei livelli occupazionali, nel rispetto delle risorse disponibili». A giustificare la richiesta, le attuali condizioni di lavoro del personale: «Devono essere presenti su più fronti all'interno dei negozi, che necessiterebbero di un numero maggiore di addetti per poter garantire un servizio adeguato. Invece gli addetti sono continuamente soggetti a spostamenti fra i vari punti vendita per coprire le carenze di personale. A fronte di questa mobilità sul territorio, abbiamo chiesto che ci possa essere almeno una rivalutazione della franchigia dei 10 chilometri (la soglia, cioè, al di sotto della quale le trasferte non vengono rimborsate, ndr). Abbiamo inoltre sollecitato una sostituzione delle figure assenti per malattie lunghe e aspettative. Ma a fronte di queste nostre richieste riceviamo da anni risposte negative, e questo nonostante le risorse del gruppo cooperativo - che annovera circa 15mila soci - siano in perfetto equilibrio e non ci sia stato rinnovo contrattuale, il che ha consentito un risparmio da quattro anni a questa parte: hanno risparmiato e non hanno dato alcun segnale nei confronti dei lavoratori, nonostante la grande disponibilità dimostrata da questi ultimi». In seguito agli ultimi confronti, la società si è tuttavia impegnata, in autunno, a valutare l'impatto economico di una eventuale revisione della franchigia: «Da parte nostra - sottolineano i due rappresentanti sindacali - attendiamo un segnale concreto».

Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino