Contratto stoppato dall'Istat

Contratto stoppato dall'Istat
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TRIESTE - Una mazzata dall'Istat, con indicatori di aumento del costo della vita troppo bassi rispetto alle aspettative. Un robusto bastone fra le ruote del negoziato per il rinnovo contrattuale del pubblico impiego regionale. Ma esiste anche una via per uscirne.

La Regione e i Comuni hanno proposto al sindacato il sospiratissimo rinnovo, che interessa circa 14mila addetti, manifestando l'intento di accordare aumenti retributivi del 2,8% nel triennio 2015-2017, assumendo come valore di riferimento l'indice Ipca dell'Istat, ossia il misuratore degli scostamenti fra realizzazione e previsione dell'inflazione.
Se su un aspetto le parti erano già d'accordo, era l'auspicio che tale indicatore si aggirasse per il 2016 attorno all'1%, in modo da sostenere una proposta del 2,8%. Invece l'Istat ha appena pubblicato i numeri per il quadriennio 2016-2019 e per quest'anno il dato si ferma a un miserevole ì0,5%.
In altre parole, con tali condizioni non è pensabile chiudere la trattativa e firmare il contratto. Nessuno, in Regione, dichiara nulla, tale è l'impatto sfavorevole del dato statistico. Tuttavia è evidente a questo punto che occorra rendere questo numero il più flessibile possibile.
Doccia fredda anche in casa sindacale, dove dopo la riuscita dello sciopero del 25 maggio si è annunciata la piena disponibilità a riavviare il negoziato contrattuale. «La via di uscita passa attraverso l'esercizio di più leve in contemporanea - spiega la segretaria regionale della Cgil Funzione pubblica, Mafalda Ferletti - vale a dire gli aumenti tabellari, certo, ma anche l'impiego dei risparmi conseguiti nelle annate scorse dagli Enti pubblici datori di lavoro proprio grazie al mancato rinnovo contrattuale».
Soprattutto, però, il sindacato a questo punto traguarda un'altra opportunità: «Spostiamo la trattativa dal triennio 2015-2017 al triennio 2016-2018».
L'operazione proposta, che potrebbe trovare porte non propriamente sbarrate a Palazzo, si spiega con le previsioni Istat per i prossimi anni: +1% nel 2017, +1,2% nel 2018 e +1,4% nel 2019. Pertanto sommare gli indici Ipca del prossimo triennio porta a un totale ben più sostanzioso, mentre lo 0,5% di quest'anno rappresenta una "zavorra" difficile da gestire. Meglio negoziare per l'annata in corso una somma di transizione e puntare al futuro prossimo.

In ogni caso, la decisa volontà di firmare il contratto sarà il valore aggiunto alla trattativa, destinata con ogni probabilità a chiudersi entro il mese cominciato oggi.
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Il Gazzettino