Conti bloccati: la rabbia dei clienti

Conti bloccati: la rabbia dei clienti
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IL PASSAGGIO
TREVISO Non a caso l'hanno definito D-Day. Dopo un ponte dell'Immacolata di lavoro per tecnici e addetti per effettuare il passaggio dai vecchi sistemi informatici alla nuova piattaforma unificata, da ieri i conti correnti e gli altri rapporti di Veneto Banca e Popolare di Vicenza sono materialmente sbarcati in Intesa. Oltre due milioni di clienti privati cittadini e duecentomila imprese, per circa un milione e mezzo di conti correnti passati, anche dal punto di vista dell'operatività, sotto il gruppo di Ca' de Sass.

LE LAMENTELE
Qualcuno, tuttavia, ha faticato non poco a raggiungere la riva. Più di qualche correntista lamentava, anche nella giornata di ieri, l'impossibilità di accedere al proprio conto online o la difficoltà ad effettuare le consuete operazioni dal bancomat. E qualcuno ha rischiato il coccolone quando, dopo essere riuscito finalmente ad entrare nel servizio web dell'istituto, ha riscontrato cifre non corrispondenti tra il vecchio e il nuovo conto o addirittura il proprio libretto azzerato. C'è anche chi oscilla tra preoccupazione e rabbia per non aver visto accreditato lo stipendio o altri versamenti attesi o, al contrario, per non sapere se le disposizioni di pagamento sono andate a buon fine.
LA GIUSTIFICAZIONE
Da Banca Intesa, però, ribadiscono che si tratta di casi sporadici e momentanei, pur spiacevoli per chi vi è incappato, ma comunque in numero molto limitato rispetto alla quantità di posizioni interessate dal passaggio. Non negano che qualche disservizio possa essersi verificato, ma non risultano problematiche diffuse. Tanto che la migrazione è considerata riuscita con pieno successo.
I CONSUMATORI
I consigli che arrivano da parte delle associazioni dei consumatori e delle organizzazione dei risparmiatori delle ex popolari sono di fare massima attenzione ai nuovi costi per conti correnti e depositi, ma anche ai possibili ritardi dovuti alla migrazione informatica. Associazioni e organizzazioni che a loro volta sono impegnati a monitorare l'andamento dell'integrazione in Banca Intesa. «Il problema principale sono le condizioni contrattuali, modificate da Intesa - conferma Franco Conte, responsabile regionale del Codacons - in gran parte dei casi più onerose rispetto alle precedenti o comunque peggiorative per il cliente. Il consiglio è di verificare con cura e segnalarci eventuali anomalie».
SPESE AUMENTATE
Tra i paradossi messi in luce dall'associazione dei consumatori, ad esempio, l'aumento delle spese di gestione del deposito titoli anche per quella maggioranza di risparmiatori che in portafoglio hanno solo le azioni di Veneto Banca o Popolare di Vicenza: ovvero, quote che ormai non valgono più nulla. Ma per la gestione delle quali rischiano di dover pagare vari euro al mese. Sull'argomento è già stato richiesto un tavolo di confronto con il gruppo torinese.
I SISTEMI INFORMATICI
«L'altra questione è quella di problemi dovuti invece al passaggio dei sistemi informatici - prosegue il leader del Codacons Veneto -. Ci possono essere casi particolari: ad esempio il ritardo, per una disfunzione tecnica, nel pagamento di una rata può far scadere una cambiale e comportare per l'incolpevole soggetto l'inserimento nella lista dei cattivi pagatori. Questa è una fattispecie classica in cui la banca è responsabile e deve risarcire il danno arrecato».
CONDIZIONI DEI FINANZIAMENTI

Anche il Coordinamento Don Torta sta ricevendo numerose segnalazioni per la modifica dei costi dei contratti o delle condizioni dei finanziamenti nel passaggio alla nuova gestione. «Abbiamo segnalato più volte la cosa al governo, a Banca d'Italia e alla Consob - rimarca il presidente Andrea Arman - purtroppo finora senza esito».
Mattia Zanardo
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Il Gazzettino