Consiglieri focosi L'ammissione di Chaibi «Colpa mia la bagarre sul regolamento»

Consiglieri focosi L'ammissione di Chaibi «Colpa mia la bagarre sul regolamento»
TREVISO - (P. Cal.) «Voglio chiedere scusa a tutta la città. Se il consiglio comunale e una commissione sono bloccate da giorni sulla modifica del regolamento del consiglio...

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TREVISO - (P. Cal.) «Voglio chiedere scusa a tutta la città. Se il consiglio comunale e una commissione sono bloccate da giorni sulla modifica del regolamento del consiglio comunale per aumentare le sanzioni nei confronti dei consiglieri indisciplinati, lo si deve a me. Se si sta perdendo tempo su una questione di estetica più che di sostanza invece di parlare di periferie o problemi dei cittadini, è solo responsabilità mia».

Said Chaibi, Sinistra Italiana, entra a gamba tesa su uno degli argomenti del giorno: la possibilità di dare al presidente del consiglio il potere di espellere dall 'aula un consigliere troppo sopra le righe e di sospenderlo per una o più sedute. Proposta avanzata dai consiglieri Fabio Pezzato, Gian Mario Bozzo e Gianni Gaio e su cui si è scatenata una polemica infinita.
«Mi dispiace che siano stati spesi tremila euro in gettoni per convocare i consiglieri - spiega Chaibi - solo perché due anni fa, in una riunione di maggioranza a margine di una commissione, ho avuto una reazione forte contro Pezzato. Lui mi disse di non bestemmiare il suo Dio. Io non la presi bene. Ho sbagliato, ma quelle parole le trovai oltremodo insinuanti. E rappresentative dell'atteggiamento ambiguo di quella lista. Però ho reagito male. Purtroppo chi fa politica credendo in qualcosa a volte sbaglia. Detto questo, eravamo in una riunione politica, riservata. In consiglio comunale o in commissione non è mai accaduto nulla che giustifichi una modifica del genere».

Chaibi poi affonda il colpo: «Pezzato fa così per colpire me e lo fa usando soldi pubblici. Ma lo conosciamo bene, sappiamo come è fatto e che di certo non è uomo di centrosinistra. Con questa modifica si sta perdendo tempo, è inutile perché il presidente ha già tutti gli strumenti per agire. Piuttosto, l'unica cosa positiva sarebbe estendere gli strumenti già esistenti anche alle commissioni. E magari, invece, potremmo occuparci di approvare i regolamenti su referendum e partecipazione che sono fermi da 3 anni».
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Il Gazzettino