Se non avesse cercato di venderlo nessuno sarebbe mai venuto a conoscenza dell'esistenza di quel documento storico che conservava in casa da chissà quanto tempo. M.G.,...
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Il pensionato, figlio di un ex capo di Stato Maggiore dell'Esercito, era consapevole di ritrovarsi tra le mani una pergamena di inestimabile valore. Voleva probabilmente ottenere una stima quando si è imprudentemente messo in contatto con l'Ufficio storico dello Stato Maggiore. Ha comunicato di essere in possesso di un fonogramma originale. E non ha nascosto l'intenzione di cederlo allo Stato. Gli accertamenti di prassi sono stati affidati ai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio culturale di Venezia. L'informativa ha confermato che il pezzo in questione riveste «un rilevante interesse storico militare». Non solo. La legge non consente ai privati di detenere questi documenti. L'articolo 41 del decreto legge 42/2004, noto come il Codice dei beni culturali e del paesaggio, stabilisce infatti che chiunque abbia ricoperto ruoli e funzioni all'interno dello Stato Maggiore dell'esercito è tenuto a restituire tutta la documentazione di servizio alla data di cessazione dell'incarico. La norma è estesa anche agli eredi.
M.G. non poteva quindi conservare a domicilio il fonogramma inviato dal Governo generale dell'Africa Orientale italiana. Su mandato del sostituto procuratore Federica Baccaglini, si sono presentati a casa sua i carabinieri della squadra di polizia giudiziaria della Procura, guidati dal luogotenente Salvatore Errico. Hanno dovuto intavolare una trattativa con il pensionato, poco propenso a disfarsi della pergamena. Alla fine si è convinto a consegnarla agli investigatori. Nel fascicolo della Procura, in cui non vengono formulate al momento ipotesi di reato, è stata conservata una copia. L'originale è stato subito trasmesso all'Ufficio storico dello Stato Maggiore dell'esercito. È probabile che la sua destinazione finale sia l'Archivio di Stato.
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Il Gazzettino