Congelato il tesoretto della figlia della badante

Congelato il tesoretto della figlia della badante
INDAGATAROVIGO L'indagine è ancora in corso. L'accusa è quella di circonvenzione d'incapace. L'indagata è una 27enne di origini romene, Adelina Teis, che si sarebbe fatta...

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INDAGATA
ROVIGO L'indagine è ancora in corso. L'accusa è quella di circonvenzione d'incapace. L'indagata è una 27enne di origini romene, Adelina Teis, che si sarebbe fatta prestare dei soldi da un anziano per acquistare un'auto. Il fatto è che l'anziano è affetto da psicosi paranoidea cronica e questo, secondo gli inquirenti, potrebbe aver portato la giovane ad approfittarne. E così lo scorso 29 dicembre il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Rovigo ha disposto nei confronti della 27enne il sequestro preventivo di 71.350 euro che si trovavano sul suo conto corrente e dell'auto a lei intestata. Contro questa decisione, confermata dal Tribunale della libertà, è stato presentato anche ricorso in Cassazione.

SUPREMA CORTE
E proprio la Cassazione, in una sentenza firmata dal presidente Piercamillo Davigo, respinge il ricorso confermando la validità della misura. Secondo la difesa, tutto è ancora da chiarire: «Risulta solamente affermata la situazione di debolezza psichica della persona offesa e l'esistenza di bonifici in favore dell'indagata, senza alcuna verifica delle sottostanti ragioni e delle condotte di induzione, nonché della effettiva incapacità dell'uomo, che conduce vita autonoma. L'indagata è semplicemente la figlia di un'ex collaboratrice familiare dell'uomo, non la badante di quest'ultimo, e le attribuzioni patrimoniali possono anche trovare causa nel rapporto di lavoro predetto. E le somme impiegate per l'acquisto della vettura costituiscono solo un prestito». La risposta della Cassazione, tuttavia, è che «in sede di legittimità non è consentito verificare la sussistenza del fatto reato, ma soltanto accertare se il fatto contestato possa astrattamente configurare il reato ipotizzato».
MISURA CAUTELARE

In sostanza: la Cassazione non può accertare se l'accusa sia fondata o meno, ma solo se i passaggi formali siano corretti. La misura cautelare, secondo la lettura della Suprema Corte, muove da presupposti concreti, ovvero il fatto che l'imputata abbia ricevuto dall'anziano ingenti somme di denaro. E il sequestro, quindi, non costituisce altro che una forma di azione preventiva per evitare «che vengano protratte o aggravate le conseguenze del reato ipotizzato».
F.Cam.
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Il Gazzettino