Confindustria vede la ripresa «a partire dal prossimo anno»

Confindustria vede la ripresa «a partire dal prossimo anno»
ROMA - Confindustria vede la luce oltre il tunnel. E azzarda che il 2015, dopo il periodo più buio dell'economia italiana dal dopoguerra ad oggi, possa essere davvero l'anno...

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ROMA - Confindustria vede la luce oltre il tunnel. E azzarda che il 2015, dopo il periodo più buio dell'economia italiana dal dopoguerra ad oggi, possa essere davvero l'anno della svolta. O comunque l'inizio di una nuova fase dopo una recessione lunga e dolorosa che ha tagliato migliaia di posti di lavoro e messo in ginocchio non pochi comparti industriali. Il cauto ottimismo del centro studi di Confindustria, solitamente molto rigoroso nelle analisi e quindi nelle previsioni, è legato soprattutto al processo di riforme avviato da Palazzo Chigi. Processo che può «restituire» fiducia al Paese, innescare una spirale virtuosa, far riprendere gli investimenti. Anche se gli effetti concreti - dal job's act alla legge di stabilità, fino al taglio dell'Irap e alla semplificazione della burocrazia - si vedranno solo nel medio termine. Del resto è proprio la volontà di cambiamento, l'accelerata impressa dal governo Renzi, a dare quel segnale positivo che - auspicano gli imprenditori - aiuterà consumi e investimenti a riprendere a correre. Di certo al momento è ancora difficile ipotizzare stime precise ma le aspettative, dopo mesi di Pil con il segno meno, sono tornate non negativo. Segno che qualcosa, al di là dei provvedimenti annunciati, sia davvero in movimento per riattivare il ciclo congiunturale

Confindustria sostiene che nel quarto trimestre dell'anno «gli indicatori fin qui disponibili suggeriscono una variazione nulla», che sarebbe «una buona base per la ripartenza a inizio 2015». «Le riforme strutturali danno frutti nel medio termine - aggiunge l'associazione degli imprenditori - ma nell'immediato rispondono alla domanda di cambiamento del Paese e restituiscono così la fiducia necessaria a rilanciare consumi e investimenti».

Nell'insieme, dunque dice il rapporto, «i pochi dati disponibili puntano a un Pil invariato nel quarto trimestre, stima che deve trovare conferma nei numeri prossimamente in uscita». Il fatto che non ci sia un ulteriore calo, «sarebbe una base migliore per la ripartenza già dall'avvio dell'anno prossimo», afferma quindi il Csc. In Italia, spiega ancora la nota, le «esportazioni sono tornate ad aumentare, l'occupazione mostra i primi segnali di recupero». Inoltre, fatto cruciale per la ripresa, si è «arrestata l'emorragia di credito alle imprese (anche se le condizioni d'offerta rimangono strette) e la riduzione dei tassi, di cui hanno molto beneficiato titoli pubblici e bancari, inizia a essere trasmessa alle piccole aziende». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino