Confermate le pene ai rapinatori della BpV

Confermate le pene ai rapinatori della BpV
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Non sono stati presi con le mani nel sacco, ma nel sacco, o meglio nei pesanti trolley che si portavano dietro all'imbarco per il traghetto in partenza per la Sicilia. Avevano ancora i soldi rubati nella rapina alla filiale di corso del Popolo della Banca Popolare di Verona appena 12 ore prima, nel pomeriggio del 13 febbraio 2015.

Nel novembre di quello stesso anno il quartetto di rapinatori in trasferta, tutti originari della provincia di Catania, era comparso davanti al giudice per le indagini preliminari Pietro Mondaini chiedendo di patteggiare. Le pene erano state di 3 anni e un mese per Daniele Antonino Mavilla, 29 anni, e 2 anni e 9 mesi a testa per Daniele Pappalardo, 25 anni, Antonino Bulla, 29 anni, e Salvo Federico Di Stefano, 32 anni. A influire sulla pena tutto sommato contenuta per i quattro, difesi dall'avvocato Paola Malasoma, il fatto che quasi tutta la refurtiva fosse stata recuperata e che fosse stato versato un risarcimento nei confronti delle vittime. Nonostante questo, tutti e quattro avevano impugnato la sentenza in Cassazione. La Corte, però, ha respinto i loro ricorsi, dichiarandoli manifestamente infondati e sottolineando che «il giudice di merito ha applicato la pena così come concordata dalle parti, ha operato una corretta verifica dell'insussistenza di elementi che importino ipotesi di proscioglimento, correttamente qualificato il fatto e ben valutata la congruità della pena e correttamente considerate le circostanze del reato».

La rapina aveva destato scalpore: 150mila euro spazzolati via con un'azione rapida e decisa da tre uomini che armati di taglierino, con un quarto a fare da palo. Avevano fatto irruzione nella Banca Popolare di Verona in corso del Popolo e chiuso i dipendenti in uno sgabuzzino per circa un'ora insieme a un ultimo cliente ritardatario. Ancora più risonanza aveva avuto il loro arresto, il giorno di San Valentino, 12 ore e 1.100 chilometri dopo, in Calabria, a Villa San Giovanni, messo a segno in trasferta dagli uomini della Squadra mobile di Rovigo grazie a un gioco di squadra con i carabinieri di Forlì e quelli di Villa San Giovanni.
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Il Gazzettino