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ROVIGO Se gli sfratti sono stati sospesi fino a fine anno per tutelare i locatari, chi tutela i locatori? Secondo Paolo Mercuri, presidente provinciale di ApeConfedilizia, ovvero l'Associazione della proprietà edilizia, nessuno. Per questo rivolge un appello «alle istituzioni e ai parlamentari del territorio» affinché sia impedito quello che definisce «l'ennesimo assalto alla proprietà immobiliare e alle sue fondamenta». Mercuri spiega infatti che, dal 17 marzo, per effetto del decreto Cura Italia, è in vigore la sospensione dell'esecuzione di tutti gli sfratti sia per morosità che per finita locazione, abitativi e non abitativi, fino al 1° settembre. Domenica scorsa la Commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento che proroga la sospensione fino al 31 dicembre. Una misura che Mercuri, senza mezzi termini, definisce «iniqua, che penalizza ingiustamente chi ha più sofferto e sta continuando a soffrire delle conseguenze della pandemia, cioè i locatori di immobili». E spiega le motivazioni: «Ci sono casi in Polesine di soggetti che hanno stipulato contratti di locazione a gennaio e non hanno mai pagato nemmeno un solo canone di locazione, continuando purtuttavia a occupare l'immobile senza nulla corrispondere al proprietario. L'ulteriore proroga della sospensione va ad incidere profondamente su queste situazioni e sul diritto del locatore di conseguire la remunerazione del suo investimento immobiliare ed è lesivo del diritto di proprietà costituzionalmente garantito, poiché, di fatto, viene a vietare per quasi un anno, l'esecuzione di provvedimenti giudiziali in favore di migliaia di cittadini che attendono di rientrare in possesso del proprio immobile, anche conseguenti a morosità».
SENZA DIFESE
Mercuri dunque va al punto: «Al locatore chi ci pensa? Quest'ultimo può aver perso il lavoro, può trovarsi in cassa integrazione, può essere una partita Iva in crisi, può essere titolare di un contratto di mutuo, può avere in corso costosi interventi di ristrutturazione e spese da pagare, ma tutto ciò non viene minimamente considerato, né dal legislatore, né tanto meno dal Comune, che pretende comunque le imposte sulla proprietà». E aggiunge: «Se da un lato è giusto che anche i conduttori vengano aiutati in tempi di pandemia, sarebbe altrettanto giusto che di tali aiuti si facesse carico la collettività, e non sempre la solita categoria dei proprietari».
E.Bar.
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Il Gazzettino