Cona, nuova protesta: nigeriani contro il mediatore culturale

Cona, nuova protesta: nigeriani contro il mediatore culturale
CONA Riesplode la protesta nel centro di prima accoglienza di Conetta. A distanza di nove giorni dalla morte della venticinquenne ivoriana Sandrine Bakayoko, cui aveva fatto...

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CONA Riesplode la protesta nel centro di prima accoglienza di Conetta. A distanza di nove giorni dalla morte della venticinquenne ivoriana Sandrine Bakayoko, cui aveva fatto seguito il blocco dell'accesso al centro attuato dai suoi connazionali, un'ottantina di nigeriani anglofoni, ieri mattina, ha inalberato striscioni e cartelli contro il mediatore culturale Kamara Aliou. Anch'egli originario della Costa d'Avorio, si occupa principalmente delle relazioni con gli ospiti francofoni. Sarebbe stato preso di mira perché ritenuto in qualche modo vicino agli ivoriani che, martedì scorso, si erano scatenati in forme di protesta attualmente oggetto di indagine da parte della magistratura. «Si è trattato dice Aliou di un evidente malinteso. Gli anglofoni si domandano perché mai certi soggetti, che a loro avviso sarebbero responsabili dei presunti reati, non siano ancora stati arrestati. Ignorano il fatto che, in Italia, la giustizia non è sommaria ma rispetta precise procedure di garanzia. Alla fine, però, tutti hanno capito». Ne è convinta anche la Polizia. Il dirigente del commissariato di Chioggia Antonio Demurtas, in linea di massima, avalla la versione di Kamara Aliou. «Si è trattato rassicura di una manifestazione pacifica, probabilmente alimentata dall'incomprensione tra etnie che parlano lingue diverse». «E' praticamente scontato aggiunge Simone Borile, responsabile della gestione del centro di prima accoglienza per conto della cooperativa Edeco che, nelle condizioni in cui sono costretti a vivere, i migranti perdano la bussola». Secondo il presidente della cooperativa Gaetano Battocchio, gli attriti interetnici, i malintesi e la protesta in generale andrebbero collegati soprattutto all'intollerabile lunghezza della permanenza degli ospiti, nelle cinque tensostrutture adibite a dormitorio. Contrariamente a quanto si sarebbe portati a supporre, perfino il trasferimento in Romagna di un centinaio di irregolari potrebbe aver contribuito ad alimentare la tensione. Susciterebbe ruggini anche la presenza di prostitute nei pressi del campo.

Ieri mattina, intanto, si è tenuto un vertice in Procura a Venezia con le forze di polizia. «Le indagini continuano e si stanno approfondendo per individuare tutte le eventuali condotte penalmente rilevanti - ha riferito il procuratore aggiunto Adelchi D'Ippolito - Sono indagini a 360 gradi».
Roberto Perini
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Il Gazzettino