Con Nemo la musica indipendente trova la sua Dimora `

Con Nemo la musica indipendente trova la sua Dimora `
L'INIZIATIVAPer qualcuno la musica è stata superata dalla tv prima, e da Internet poi: su Instagram è ristretta in miniclip e sempre più spesso si trasforma in oggetto di...

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L'INIZIATIVA
Per qualcuno la musica è stata superata dalla tv prima, e da Internet poi: su Instagram è ristretta in miniclip e sempre più spesso si trasforma in oggetto di consumo. A Rovigo, invece, da qualche mese la musica indipendente ha trovato nuovi spazi grazie ad Alberto Nemo: compositore, polistrumentista e cantante rodigino, ha girato l'Europa e prima di compiere 30 anni s'è tolto la soddisfazione di fondare con Andrea Liuzza la Dimora Records.

L'etichetta discografica è nata a Boara Polesine, e in un periodo in cui la condivisione senza limiti di contenuti musicali su Internet è pari all'eccesso decretato da Umberto Eco quando disse Troppa informazione equivale a nessuna informazione.
Com'è nata Dimora?
«Dimora - risponde Alberto Nemo - nasce a settembre del 2017. È figlia del desiderio di costruire un tetto sotto il quale rifugiarsi, incontrarsi e, specialmente, confrontarsi».
Boara non è la prima località che viene in mente parlando di musica indipendente.
«Qui ho le mie origini, ci son nato, morto e cresciuto. Me ne sono andato, ma sono sempre tornato»,
Quanti artisti incidono per Dimora? Luciano Panama, ad esempio, è stato incluso tra i migliori indie del 2017.
«Ruotano attorno al catalogo di Dimora una decina di artisti italiani. Da settembre inizieremo a ospitare musicisti internazionali. Siamo contenti di avere Luciano nella nostra Dimora. Abbiamo raggiunto un bel traguardo, che ora diventerà un nuovo punto di partenza».
Internet e il digitale hanno reso la vita più facile ai musicisti: è possibile registrare e trasferire tracce da qualsiasi parte del mondo. Anche alla Dimora i dischi nascono così?
«Certo, i dischi in Dimora possono nascere anche in questo modo. Stiamo producendo a distanza un disco in collaborazione con un artista inglese. Possiamo fare cose contemporaneamente con più persone e in diverse parti del mondo: tuttavia, la verità è che pur essendo sempre connessi, siamo sempre più soli».
Ci sono musicisti rodigini che collaborano stabilmente con la Dimora?
«Sì, diversi. Airt'o è un prodotto nostrano a chilometro zero: Genus, il suo primo disco, è stato molto ben accolto dalla critica musicale. Guido Frezzato e Maurizio Zannato (dei Marmaja, ndr) hanno messo in gioco la loro esperienza e hanno partecipato alle registrazioni di diversi dischi. Maurizio Maranto, che ha suonato nei primi due dischi di Aldo Tagliapietra (Le Orme, ndr), è il batterista-turnista ufficiale».
Com'è la vita del discografico a Rovigo?
«È sorprendente. A Los Angeles - ride Alberto - credo possa diventar noiosa dopo un po'».
Fare musica indipendente è lusso o necessità? Produrrebbe un artista di X Factor?
«Fare musica, in generale, è un lusso. Per molti non è nemmeno più una necessità. Noi curiamo la distribuzione, fisica e digitale, ma non esiste più un mercato discografico vero e proprio. Internet è completamente oberato. Troppa informazione uguale nessuna informazione. Qual è la soluzione? Ripartiamo da piccoli gruppi di persone che credono in qualcosa».
Ad esempio?

«A proposito di talent, c'è una cantante rodigina che seguo artisticamente da qualche anno. Si chiama Silvia Belluco e qualche mese fa ha partecipato ad Amici. Ora vorremmo produrre un disco di brani inediti insieme, ma non ci hanno ancora dato l'autorizzazione per farlo. Non le hanno ancora dato nemmeno i permessi per esibirsi dal vivo. Per un anno lei non avrà più la facoltà di esprimersi liberamente, previe sanzioni. Questi sono davvero amici dell'arte e della musica? Non è tutto così meraviglioso? Ma come, non t'accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso?»
Nicola Astolfi
© riproduzione riservata
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Il Gazzettino