TRIESTE - Rush finale ieri al Tar sui ricorsi presentati dai 56 Comuni ribelli contro il piano di riordino territoriale previsto dalla riforma regionale degli enti locali. Entro...
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Le difese dei ricorrenti hanno chiesto l'annullamento degli atti amministrativi e la remissione alla Corte: se i ricorsi verranno respinti, gli avvocati Teresa Billiani ed Enrico Bulfone non escludono di rivolgersi al Consiglio di Stato. Billiani durante l'udienza (presenti numerosi sindaci e consiglieri regionali) ha parlato di «deriva autoritaria e anti-democratica». «Con mera delibera - ha ricordato - la Giunta regionale ha sezionato il territorio in 18 aree in modo coercitivo senza dimostrare il contenimento della spesa pubblica». Sull'entità del taglio al fondo perequativo «la Regione non ha mai risposto, in un Paese democratico non si può costruire tutto su rapporti di forza» mentre Bulfone ha definito il piano di riordino «lesivo dell'autonomia dei Comuni, l'espressione di area vasta fa riferimento o alle città metropolitane o alle Province».
L'avvocato Federica Asquini ha rilevato che, fino alla modifica dello statuto regionale, la Provincia di Udine esiste con i propri elementi costitutivi e il territorio è uno di essi. «Ricorsi inammissibili per genericità» ha ribadito l'avvocato della Regione Massimo Luciani. «La difesa della Regione sconta l'assenza di una visione puntuale della legislazione autonomista del Friuli Venezia Giulia» commenta il sindaco di Talmassons Piero Mauro Zanin. Gli fa eco Barbara Zilli (Ln): «Non basta un funambolico avvocato da Roma, il terreno per la Giunta si fa sempre più difficile».Elisabetta Batic Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino