(m.fus.) Una comunicazione rivolta «alle lavoratrici e ai lavoratori del Comune di Venezia» con cui Felice Casson spiega, punto per punto, ciò che intende fare da sindaco di...
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«Ho fatto un putiferio e il commissario Zappalorto mi ha garantito che sarebbe intervenuto - commenta Boraso - Non è stata inviata all'indirizzo privato ma a quello del municipio e allora anch'io voglio contattare i dipendenti comunali e replicare».
Felice Casson però nega tutto e chiarisce: «Assicuro che quella e-mail è stata inviata solo ai sindacati». E aggiunge: «Da sempre, e in tutti i settori, i candidati dialogano con i sindacati. Noi mandiamo la comunicazione e loro sono liberi di farne ciò che vogliono. Io ho sempre avuto un buon rapporto con i sindacati e credo nel lavoro di rappresentanza e nei corpi intermedi, dialogo con loro in campagna elettorale e lo farò anche dopo».
Dal suo staff spiegano che nei sindacati c'è probabilmente qualcuno che utilizza l'indirizzo del Comune. «Ce ne arrivano da tanti candidati - conferma Mario Ragno della Uil - e noi per correttezza le inoltriamo tutte ai nostri iscritti. Sono normali comunicazioni che ci arrivano durante le campagne elettorali ma è assurdo pensare che possano condizionare il voto dei lavoratori».
L'autore della segnalazione non sarebbe l'unico dipendente comunale infastidito con "posta indesiderata" da liste o singoli candidati. Proprio ieri, infatti, c'era chi protestava per una e-mail ricevuta da un candidato del Pd alla municipalità di Mestre Carpenedo e per la newsletter della lista 2020Ve. Non è chiaro però se queste e-mail siano state veramente inviate a migliaia di recapiti del Comune o se anche in questo caso si tratti di singoli indirizzi inseriti in mailing list esterne. Perché sono in tanti, tra i lavoratori comunali, ad assicurare di non aver mai ricevuto appelli al voto.
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Il Gazzettino