«L'idea è quella di un coordinamento più efficace tra i ministeri che hanno competenze sui migranti, ma non lo faremo subito. Ci tariamo per il 2017». Lunedì scorso, a New...
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Nella stanze del governo non è ancora stato messo nero su bianco il testo del decreto. Renzi però ha individuato in Fassino, in scadenza il prossimo mese dalla presidenza dell'Anci (l'associazione dei Comuni), l'uomo giusto per guidare la nuova struttura di missione. Il lavoro sui migranti attualmente è diviso tra diversi ministeri: in prima linea Interni, Esteri, Difesa, poi i dicasteri dell'Economia (per i fondi) e perfino della Scuola (per i minori non accompagnati). Ebbene, la nuova cabina di regia guidata da Fassino coordinerà il lavoro dei vari ministeri con un ruolo di supervisione.
I soldi da spendere sono infatti tanti: circa 1 miliardo l'anno. E le cose da fare sono decisamente numerose: dai controlli alle frontiere ai centri di accoglienza, dagli accordi bilaterali con i Paesi d'origine dei flussi migratori alla vigilanza su possibili infiltrazioni terroristiche. In più come ha ammesso lo stesso Renzi, «c'è da ripensare il sistema Sprar», il servizio di protezione centrale per i richiedenti asilo.
Il piano prevede anche un'intensificazione dei controlli nei centri di accoglienza per i richiedenti asilo, sia nei Cie che ospitano i migranti economici in attesa di essere rimpatriati. A questo scopo sarà creata una task force, in cui il Viminale avrà un ruolo primario, con il compito di svolgere controlli periodici in tutte le strutture di accoglienza.
Il commissario all'immigrazione dovrà provvedere anche a una razionalizzazione della distribuzione sul territorio dei migranti. «Attualmente solo il 10% dei comuni li accoglie», si è lamentato la settimana scorsa Renzi. L'idea è quella di stringere accordi stabili e capillari con gli Enti locali, in modo da impedire la diserzione dei sindaci. Ma anche con la Difesa, l'Economia, gli Interni e il Demanio per ottenere, attraverso l'uso degli immobili ormai inutilizzati, una razionalizzazione e un ampliamento delle strutture destinate all'accoglienza.
A dispetto delle tensioni esplose al vertice di Bratislava quando nel passaggio del documento finale in cui si parlava di intese con i Paesi d'origine non è stata inserita la parola Africa, l'Europa difatti si sta muovendo. Sotto la regia dell'Alto commissario Federica Mogherini sono già cominciati i negoziati con Niger, Nigeria, Senegal, Etiopia e Mali. Obiettivo: creare sviluppo e condizioni di vita migliori per evitare nuove ondate migratorie. A questo scopo il presidente della Commissione, Juncker, ha annunciato un Piano straordinario per gli investimenti esterni da 3,5 miliardi che puntando sull'effetto-leva (un miliardo di fondi pubblici attira in media 11 miliardi di fondi privati) dovrebbe arrivare a 44 miliardi.
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Il Gazzettino