Commercio, la ripresa è ancora lenta

Commercio, la ripresa è ancora lenta
LA RICERCATREVISO Ecco il volto del commercio trevigiano a 17 mesi dall'inizio della pandemia. Il terziario argina le perdite e crea 2350 nuovi posti di lavoro e 22 nuove imprese....

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LA RICERCA
TREVISO Ecco il volto del commercio trevigiano a 17 mesi dall'inizio della pandemia. Il terziario argina le perdite e crea 2350 nuovi posti di lavoro e 22 nuove imprese. Ma con pesanti problematicità: il lockdown ha scoraggiato ulteriormente l'assunzione al femminile. Inoltre cala l'impresa giovanile (-11,9% ) e calano gli occupati nel settore turismo: in totale il comparto nella sola provincia di Treviso ha perso 1050 lavoratori. Luci e ombre. Presentato ieri in via Vernier lo studio di EBiComLab, coordinato da Alessandro Minello, con l'analisi del primo trimestre 2021 che conferma il trend di tenuta del settore. Con aspetti preoccupanti per quanto riguarda le imprese al femminile e il mondo dei giovani. Oltre che per i contratti di lavoro sempre più precari.

IL QUADRO
Il settore servizi, con le sue 27.892 aziende (pari al 28,7% del totale nell'economia provinciale) registra un aumento del +0,4% pari a +104 imprese, consolidando la sua posizione di traino. La parte problematica riguarda invece il comparto del turismo: con le sue 7.357 attività attive, dopo l'anno drammatico della pandemia, anche nei primi mesi del 2021 dimostra qualche criticità (-0,1%), evidenziando però un calo leggermente più contenuto rispetto al primo trimestre dell'anno precedente (-0,2%). In diminuzione la Ristorazione (-0,3%) e le Agenzie di viaggio (-3%), mentre conferma un trend positivo il settore Organizzazione di eventi e fiere (+4,6%) agevolato dalle opportunità legate al digitale. Segnali positivi anche nel Tempo libero (+0,8%), all'interno del quale crescono Attività sportive e centri benessere (+0,8%) e Arte, cultura e intrattenimento (+0,6%).
Al calo della ristorazione tradizionale, corrisponde l'espansione del Cibo da asporto (+3,5%) e del take-away, chiaramente collegato alla «nuova normalità della pandemia».
L'ANALISI
«Ad avere la peggio - rileva Alessandro Minello - è il comparto del commercio (-0,4% pari a -75 unità locali), penalizzato sì dalla pandemia, ma anche da una crisi strutturale che negli ultimi 5 anni ha visto la chiusura di ben 1.085 esercizi commerciali (-5,1%) e che i recenti avvenimenti hanno contribuito ad alimentare (-326 unità locali solo nel corso del 2020). Tra i settori più colpiti nel primo trimestre 2021 in particolare i settori della Casa e arredo (-1,6%) e del Moda-fashion (-1,2%)». Sul fronte imprenditori attivi il dato problematico riguarda il gap generazionale: «A colpire di più - aggiunge Minello - l'ulteriore calo dei giovani (-11,6% pari a -315) e l'aumento degli over 70 (+8,1% pari a +609), a conferma del significativo gap generazionale presente in provincia: nel territorio esiste un divario tra i 2.407 under 30 e gli 8.148 over 70. Questi elementi ci dicono che il 2021 si è aperto con chiari, ma ancora lenti, segnali di ripresa e il settore sta cercando di ritrovare un delicato equilibrio, in parte adattandosi all'evoluzione in corso in parte cercando di anticipare la risposta ad alcune nuove macro tendenze. Il tessuto imprenditoriale è di fronte ad un contesto in cui sono giunti al pettine alcuni nodi irrisolti che la pandemia non ha fatto altro che accentuare». Sul fronte del mercato del lavoro nel terziario, sono i lavoratori del turismo, in particolare nella fascia di età tra i 30 e i 54 anni, a pagare il conto più salato: il settore nel suo complesso, in tutte le sue componenti occupazionali, evidenzia saldi negativi (-470 posti di lavoro dipendente, -600 posti di lavoro intermittente, -85 posti di lavoro parasubordinato).
IL NODO

«Colpiscono due aspetti - è l'analisi di Adriano Bordignon, Presidente EBiCom - il primo: il lavoro dipendente penalizza, ancora una volta le donne, escluse dalle nuove assunzioni e legate ad una pericolosa marginalità. In forte sofferenza nel lockdown, segno evidente della necessità di promuovere nuovi percorsi di professionalizzazione e riqualificazione per tutte le fasce di età femminili». Bordignon evidenzia anche la crescente disaffezione dei giovani (under 30 e under 40) per il fare impresa, a vantaggio di una platea di imprenditori sempre più vecchia Patrizia Manca, VicePresidente EBiCom: «Dalla ricerca emerge la difficoltà esistente nel settore del terziario, in particolare la nuova occupazione è rappresentata da un'occupazione instabile, precaria che non da certezze per il futuro. L'intervento della bilateralità a sostegno delle imprese e dei lavoratori rappresenta un'opportunità per essere volano di ripresa per il settore».
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino