Dopo l'ennesima violenza in casa subita dal marito picchiatore, una giovane madre, Sandra, trova la forza di scappare con le sue due bimbe piccole e di rifarsi una vita e, nella...
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La regista inglese Phillida Lloyd (The Iron Lady e Mamma mia) torna a misurarsi con le donne, ma stavolta segue una donna qualsiasi, mamma amorevole e donna bistrattata e poco sicura di sè, decisa a rimettersi in piedi dopo un passato di violenza. Pur essendo un film di denuncia, Herself si libera da facili retoriche senza concentrarsi solo sul racconto di abusi e resilienza, ma puntando lo sguardo sulla ricostruzione di una vita dalle fondamenta. La casa diventa così la metafora di un porto sicuro, della voglia di riscatto, del rinnovamento. Ma per farlo, serve anche un lavoro di squadra. Ecco arrivare allora la generosa Peggy che dona il giardino pur convivendo con un grande dolore, il manovale gentile con figlio handicappato, la collega barista che a sua volta chiama due amici, e poi l'assistente sociale, la mamma incontrata a scuola. Una piccola tribù che lavora senza chiedere nulla in cambio, scoprendosi solidale e persino felice di esserlo. E senza dimenticare la tensione che vibra davanti al marito violento, a sua volta figlio di un padre violento, Herself non dimentica di sottolineare che sono ancora le donne a doversi spesso difendere dalle istituzioni ottuse che faticano a bloccare gli uomini maneschi, e nello stesso tempo ostacolano le donne che cercano di ripartire da zero facendo leva solo sulle proprie forze. Da vedere.
Chiara Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino