Claudio De Min Alla Juve sono bastati quattro punti in tre partite per allungare

Claudio De Min Alla Juve sono bastati quattro punti in tre partite per allungare
Claudio De MinAlla Juve sono bastati quattro punti in tre partite per allungare il passo e fare il vuoto. Dietro, infatti, la Lazio ne ha fatti zero (tre ko di fila) e l'Inter...

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Claudio De Min
Alla Juve sono bastati quattro punti in tre partite per allungare il passo e fare il vuoto. Dietro, infatti, la Lazio ne ha fatti zero (tre ko di fila) e l'Inter (con lo stesso passo dei bianconeri) ha perso l'occasione per accorciare le distanze e organizzare un inseguimento. Nel campionato post-lockdown, che è un altro campionato, l'unica certezza è l'Atalanta: bella e forte era prima ed è rimasta tale e quale, squadra aliena in serie A, per ritmo, compattezza, qualità di gioco, intensità.

Prima di fermarsi allo Stadium, l'altro ieri, Gasperini veniva da undici vittorie di fila, con una media gol superiore alle tre reti e mezza: senza la sciocchezza finale di Muriel che ha praticamente regalato il pareggio, a meno 6 e con un calendario decisamente più morbido rispetto alla capolista, l'Atalanta poteva davvero sognare un incredibile volo con vista scudetto. Difficilissimo, invece, ipotizzarlo adesso, a meno 9 e con lo scontro diretto a sfavore, anche se mercoledì sera la Juve proseguirà il suo ciclo terribile che si chiuderà il lunedì successivo contro la Lazio - iniziato col derby, e proseguito con Milan e Atalanta, affrontando in trasferta la seconda squadra più in forma dell'estate, il Sassuolo, impressionante con i suoi 17 gol nelle ultime sei e quattro vittorie di fila.
Tornando a Juve-Atalanta e alle polemiche sui rigori bianconeri, va detto che allo Stadium l'unica cosa sbagliata è stata ancora una volta il regolamento: se il rigore causato da Muriel (quello del 2-2) è indiscutibile, il primo è fragilissimo, ma figlio legittimo di un'interpretazione dei falli di mano insensata e che peraltro, nelle due precedenti partite, aveva penalizzato nella stessa misura proprio la Juve (oltretutto fra le più colpite quest'anno dai tocchi di mano in area, quasi sempre casuali e già a quota 10 nella casella dei rigori subiti): altrettanto ridicoli e contro lo spirito del gioco sia quello assegnato al Torino nel derby che quello trasformato da Ibrahimovic a San Siro.

Qualcuno faccia capire a chi di dovere che questo sistema non funziona. Il rigore è una cosa seria: almeno la metà di quelli fischiati quest'anno, invece, fanno ridere. Un riso amaro, però.
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Il Gazzettino